Poche ore fa la missione Rosetta dell’ESA ha osservato da vicino la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko mentre raggiungeva il suo massimo avvicinamento al Sole, detto perielio. Il momento esatto del perielio si è verificato alle 4:03 di questa mattina (ora italiana) quando la cometa è arrivata alla distanza di 186 milioni di km dal Sole
Nell’anno che è passato da quando la sonda Rosetta si è agganciata all’orbita di 67P, la cometa ha percorso circa 750 milioni di chilometri, l’aumento di intensità della radiazione solare ha riscaldato il nucleo e dato vita ai getti ghiacciati che abbiamo visto fuggire dalla sua superficie ad un tasso in continua crescita. Questi gas, insieme alle particelle di polvere che trascinano con sé, si accumulano nell’atmosfera della cometa, detta chioma, e nella sua coda.
L’attività della cometa raggiunge il suo massimo intorno al perielio e nelle settimane che seguono, ed è chiaramente visibile nelle immagini spettacolari raccolte dalla sonda Rosetta negli ultimi mesi.
La camera di navigazione (NAVCAM) a bordo di Rosetta ha acquisito un’immagine alle 3:04 di questa mattina, un’ora prima del perielio, da una distanza di circa 327 km. Anche gli strumenti scientifici stanno raccogliendo immagini, quella più recente è stata scattata all’1:31 del 13 agosto, poche ore prima del perielio.
L’attività della cometa è chiaramente visibile nelle immagini, con una moltitudine di getti provenienti dal nucleo, incluso quello catturato in un’immagine scattata alle 19:35 di ieri.
«L’attività della cometa rimarrà a questi livelli di intensità per molte settimane, e siamo impazienti di vedere quanti altri getti ed eventi “esplosivi” riusciremo a osservare in diretta, come è successo nelle ultime settimane», dichiara Nicolas Altobelli, project scientist della missione Rosetta.
I dati raccolti da Rosetta mostrano che la cometa sta sprigionando fino a 300 kg di vapore acqueo (l’equivalente di due vasche da bagno) al secondo, circa mille volte più di quanto osservato un anno fa, quando la sonda è arrivata alla cometa. All’epoca si era registrato un tasso di emissione pari a 300 g di vapore acqueo al secondo, più o meno due piccoli bicchieri.
Oltre al gas, si stima che il nucleo stia rilasciando fino a 1000 kg di polvere al secondo, e questo crea condizioni di lavoro molto pericolose per Rosetta.
«Nei giorni scorsi siamo stati costretti a spostarci ancora più lontano dalla cometa. Attualmente ci troviamo a una distanza compresa tra i 325 e i 340 km, in una regione dove i sistemi di navigazione di Rosetta possono operare senza essere confusi da livelli eccessivi di polvere: se questi sistemi dovessero smettere di funzionare correttamente, Rosetta potrebbe perdere l’orientamento nello spazio», ha commentato Sylvain Lodiot, responsabile delle operazioni di volo di Rosetta all’ESA.
Il monitoraggio continuo dell’evoluzione della cometa prima, durante e dopo il perielio è uno degli obiettivi scientifici primari della missione.
Nel corso degli ultimi mesi le stagioni sulla cometa sono cambiate in modo sostanziale, portando il suo emisfero sud a sperimentare una breve estate (della durata di circa 10 mesi) dopo oltre cinque anni e mezzo di tenebre. Questo ha rivelato parti della superficie che erano rimaste fino ad ora in ombra, permettendo a Rosetta di completare la mappa della cometa.
Ora gli scienziati della missione hanno identificato quattro nuove regioni geologiche nell’emisfero sud, che comprendono entrambi i lobi delle comete, portando il numero totale delle regioni a 23. Le nuove regioni sono identificate da nomi che proseguono la convenzione di denominazione di divinità egizie: Anhur, Khonsu, Sobek e Wosret.
Anche la temperatura media della cometa è in aumento. Poco dopo l’arrivo di Rosetta erano state registrate temperature superficiali di circa -70° C. Attorno ai mesi di aprile e maggio 2015, la temperatura era salita a pochi gradi sotto lo zero Celsius, e per il prossimo mese sono previsti picchi di poche decine di gradi sopra lo zero.
Nel frattempo, gli scienziati a Terra hanno seguito l’evoluzione di 67P da lontano. Rosetta si trova troppo vicino alla cometa per vedere la sua coda, ma le immagini raccolte nel corso degli ultimi mesi con i telescopi in tutto il mondo mostrano che si estende già oltre i 120.000 km.
67P ha una chioma asimmetrica, con una regione ad alta densità a grande distanza dalla coda principale, e questa caratteristica è stata osservata in molte immagini, tra cui alcune ottenute la scorsa settimana dal telescopio Gemini-North sul monte Mauna Kea, alle Hawaii.
«Mettendo insieme queste immagini ad grande campo dei telescopi a Terra con lo studio dei primi piani raccolti da Rosetta dei singoli getti di gas e polveri potremo comprendere meglio i processi in atto sulla superficie della cometa durante il suo avvicinamento al Sole», aggiunge Nicolas.
«Puntiamo a tornare di nuovo molto vicino alla cometa quando l’attività si sarà calmata e ad ottenere un confronto per capire quanto è cambiata. Continuiamo inoltre a sperare che Philae sarà in grado di riprendere le sue attività scientifiche sulla superficie, fornendoci uno sguardo dettagliato agli eventuali cambiamenti avvenuti nei dintorni del il sito di atterraggio».
Infine, Patrick Martin, mission manager della missione Rosetta, dichiara: «È emozionante raggiungere il traguardo del perielio, e non vediamo l’ora di scoprire come si comporterà questa incredibile cometa quando ci allontaneremo insieme a lei dal Sole durante il prossimo anno».
Per maggiori dettagli, è possibile rivedere l’hangout organizzato dall’ESA al seguente link.