Laniakea, in lingua hawaiana, significa “immenso Paradiso” ed è il suggestivo nome con cui è stato ribattezzato il superammasso di galassie in cui si trova anche la nostra, la Via Lattea. Quale luogo migliore, qui a Honolulu, durante l’Assemblea Generale della IAU, per parlarne? E infatti stasera Brent Tully, dell’Istituto di Astronomia dell’Università delle Hawaii ha tenuto un discorso su invito proprio su questa mega struttura cosmica, del diametro di 500 milioni di anni luce e che contiene una massa pari a cento milioni di miliardi di volte quella del Sole, distribuiti in centomila galassie. Tully ha guidato un team internazionale di astronomi che hanno studiato in dettaglio la struttura e le proprietà di Laniakea, pubblicando i risultati in un articolo sulla rivista Nature. Grande è stata la sua eco, non solo tra gli addetti ai lavori.
«Abbiamo studiato per anni i moti delle galassie nel nostro superammasso, con l’obiettivo di capirne alcune proprietà» ha detto ai microfoni di Media INAF Tully, vincitore nel 2014 dei Gruber Cosmology Prize e Victor Ambartsumian International Prize. «Eravamo a conoscenza che la Via Lattea si trovava all’interno di un grande gruppo di galassie, ma non sapevamo molto di più. Nel nostro lavoro abbiamo ricavato le velocità peculiari delle galassie che lo compongono, ottenendo informazioni fondamentali per capire il loro moto d’insieme, che è governato da una zona di forte attrazione gravitazionale verso cui tutti i componenti sembrano essere diretti. Siamo così riusciti a tracciare i confini del nostro superammasso. Oltre questi limiti, le altre galassie si dirigono in differenti direzioni, verso cioè altri centri di attrazione gravitazionale, formando altri superammassi. E’ un po’ come seguire lo scorrere dell’acqua su un terreno: il liquido scende e si concentra verso le zone più basse, che possono essere pensate come le zone di maggiore attrazione gravitazionale per le galassie. Ma questa è solo una parte della storia. Perfino il nostro superammasso, se visto come una singola entità, ha un suo moto peculiare nell’universo ed è diretto verso una struttura ancora più grande che prende il nome di concentrazione di Shapley. Comunque, se ora volete sapere l’indirizzo di dove viviamo nell’universo, ricordatevi questo nome: Laniakea!»
E dalle galassie torniamo con i piedi qui sulla Terra: in mattinata è stato siglato qui al Congress Center di Honolulu un importante accordo per la diffusione della cultura astronomica su scala globale: l’Office of Astronomy for Development (OAD) della IAU aprirà infatti cinque nuovi uffici di coordinamento regionale in Armenia, Colombia, Giordania, Nigeria e Portogallo.
Due saranno le principali funzioni di queste strutture: coordinare i progetti del programma “Astronomy for Developement” che si articola in tre differenti aree di interesse (università e ricerca, ragazzi e scuole, grande pubblico) negli stati che ricadono nelle zone di competenza e attivare dei centri linguistici specializzati per gestire al meglio gli aspetti della comunicazione, adattandola alle specifiche realtà culturali delle aree d’interesse. Ciascun ufficio verrà ospitato da uno o più istituti locali e verrà sostenuto da partner regionali.
Questi nuovi centri si vanno ad aggiungere a quelli già operativi, ovvero L’Ufficio Regionale dell’Est Asiatico e il Centro linguistico in Cina, l’Ufficio regionale per l’Africa Orientale in Etiopia, l’Ufficio regionale per il Sud Est asiatico in Tailandia e l’Ufficio regionale per l’Africa del sud in Zambia.