Se un giorno sarà possibile davvero “camminare” su Marte, è probabile che l’astronauta del futuro si troverà davanti questo panorama: crateri, pendii rocciosi e dune di sabbia pietrificate, dure quasi come il cemento. Ed è proprio questo il panorama che ha fotografato lo scorso 27 agosto (1087 sol – giorno marziano) la Mast Camera (Mastcam) montata sul rover della NASA Curiosity, che lavora sul Pianeta rosso da agosto 2012. Lo scorso anno il robottino ha raggiunto la base del Monte Sharp (vedi Media INAF) e da allora sta studiando l’ambiente circostante risalendo verso la cima dal versante meridionale (la montagna è alta 5,5 chilometri).
Questa cresta di arenaria – uno strato geologico che il team scientifico di Curiosity chiama l’unità Stimson – ha una struttura definita a crossbedding su larga scala che la squadra ha interpretato come depositi di dune di sabbia formate dal vento che poi si sono stratificati in maniera incrociata. Dune di sabbia pietrificate simili a quelle fotografate su Marte sono comuni nelle regioni sud-ovest degli Stati Uniti. L’orientamento della stratificazione incrociata fornisce informazioni utili sulla direzione dei venti.
Il colore del mosaico creato dalle immagini scattate dalla Mastcam è stato leggermente modificato per rendere la scena più simile a come potrebbe apparire di giorno sulla Terra. Le immagini al centro e nella parte superiore del mosaico sono state scattate dall’ “occhio” destro della Mastcam, che è dotato di un teleobiettivo con lunghezza focale da 100 millimetri. Le immagini utilizzate in primo piano, all’estrema destra e sinistra sono state scattate con l’ “occhio” sinistro della Mastcam, utilizzando un obiettivo grandangolare da 34 millimetri.
Entro fine mese, i ricercatori hanno in programma di utilizzare il rover per raccogliere e analizzare un campione estratto dall’unità Stimson, che sovrasta uno strato di argillite depositato in un lontano passato su un ambiente lacustre. Negli ultimi mesi il rover della NASA ha esaminato strati sempre più in alto e sempre più giovani del Monte Sharp, a partire dal fango indurito alla base della montagna, per cercare prove sui cambiamenti geologici della zona.
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