Sarebbe una brutta cosa essere un atomo in un universo senza fisici. I fisici sono il modo in cui un atomo impara qualcosa su se stesso. George Wald, fisiologo e premio Nobel per la medicina, riassume così una verità storica nell’incipit de L’era dell’atomo, il libro firmato Piero Martin e Alessandra Viola, edito per i tipi de Il Mulino (pagg. 144, € 11,00). A duemila anni dall’invenzione del termine atomo, parola greca che significa non divisibile, un saggio fa il punto sullo stato della ricerca e prova a dire cosa, dell’infinitamente piccolo, sappiamo a oggi.
Qualcosa di più. Finalmente sappiamo qualcosa di più sulle minuscole particelle di cui è composta la materia: l’atomo è anzitutto divisibile, contrariamente a quanto suggerito da Democrito, il filosofo che, nel quinto secolo avanti Cristo fu tra i primi a sostenere che la realtà dovesse essere costituita da corpuscoli elementari e indivisibili. Un’ipotesi rimasta invariata fino alla scoperta dell’elettrone, alla fine dell’Ottocento.
Oggi sappiamo che ogni atomo è costituito da protoni, neutroni ed elettroni, a loro volta composti di quark. E tuttavia anche adesso, all’indomani della conferma dell’esistenza del bosone di Higgs, l’atomo resta il costituente primo della materia. Di tutta la materia conosciuta. Un ragazzino di 40 kilogrammi è composto da un numero spaventoso di atomi, circa 4×1027 atomi. Cioè 4 seguito da 27 zeri: 4 miliardi di miliardi di miliardi di atomi.
Ma il fatto sensazionale è che, per quanto numerosi, gli atomi sono in gran parte vuoti. E allora perché la realtà ci appare solida, piena, tangibile? Perché non riusciamo ad attraversare i muri?
A questa e altre domande rispondono Alessandra Viola e Piero Martin, autori de L’era dell’atomo: un saggio snello, che aiuta il lettore a orientarsi in questioni che su giornali e TV è spesso vengono trattate con dogmatismo e superficialità. Martin, docente di Fisica sperimentale all’Università di Padova e ricercatore del Consorzio RFX, è responsabile di una task force europea su esperimenti di fusione termonucleare controllata, promossa dal Consorzio EUROfusion. Viola è una giornalista scientifica che scrive regolarmente per testate nazionali e insegna comunicazione alla Luiss.
Il titolo scelto per il saggio sembra suggerire che, dopo l’età del ferro, del bronzo e via dicendo, l’umanità stia vivendo la sua età dell’atomo: l’atomo che distrugge e che cura, l’atomo chiave d’accesso all’infinitamente piccolo, in fisica delle particelle, e strumento per osservare l’invisibile, nella diagnosi medica.
Dai nano-materiali alla medicina, passando per le comunicazioni, affacciandosi sul futuro dove teletrasporto, computer quantistici e mantelli dell’invisibilità lo renderanno ancora una volta protagonista del tempo, l’atomo ha cambiato radicalmente la realtà in cui viviamo. E da dove viene tutto questo? Dalle stelle, fucina di nuovi elementi, altoforno dei mattoncini di cui è composto ogni essere vivente.