Le prime immagini a colori della nebbie atmosferiche di Plutone rivelano un’aureola blu attorno al pianeta, che, seppur nano, sta facendo un figura da gigante con le immagini che dal luglio scorso vengono restituite con il contagocce dalla sonda New Horizons della NASA.
L’immagine a fianco, è frutto di diverse riprese effettuate con la Multispectral Visible Imaging Camera (MVIC) dello strumento Ralph a bordo di New Horizons, arrivate a Terra la scorsa settimana ed elaborate da un software che combina le informazioni dalle immagini ottenute nelle lunghezze d’onda del blu, rosso e vicino infrarosso, per replicare il più fedelmente possibile il colore originale come visto da un occhio umano.
«Chi si sarebbe aspettato un cielo blu nella Fascia di Kuiper? E’ magnifica», ha detto commentando la nuova immagine Alan Stern, il responsabile scientifico di New Horizons del Southwest Research Institute (SwRI) di Boulder, in Colorado.
Gli scienziati ritengono che questa foschia ad alta quota sia di natura simile a quella osservata su Titano, una luna di Saturno, e le particelle che la compongono siano presumibilmente di colore grigio o rossastro. Il colore blu è da attribuire al modo in cui tali particelle disperdono la luce solare.
«Quella tinta blu intensa ci racconta indirettamente la dimensione e la composizione delle particelle di foschia», ha detto Carly Howett del SwRI, ricercatrice del team New Horizons. «Un cielo blu è spesso il risultato della diffusione della luce solare da parte di particelle molto piccole. Sulla Terra, queste particelle sono minuscole molecole di azoto. Su Plutone sembrano essere particelle – più grandi, ma ancora relativamente piccole – simili alla fuliggine, che noi chiamiamo toline».
Le toline si formano nell’alta atmosfera, dove la luce solare ultravioletta spezza le molecole di azoto e metano, ionizzandole, inducendo reazioni reciproche sempre più complesse, fino alla formazione di macromolecole, un processo che è stato osservato per la prima volta nell’atmosfera di Titano. Presumibilmente, su Plutone le molecole più complesse continuano a combinarsi e crescere fino a diventare piccole particelle, attorno alle quali si condensa un “cappotto” di ghiaccio prima che inizino a ricadere sulla superficie di Plutone, contribuendo alla sua colorazione rossastra.
In un seconda significativa scoperta, New Horizons ha rilevato numerose piccole regioni esposte di ghiaccio d’acqua su Plutone, grazie ai dati raccolti dallo spettrometro Linear Etalon Imaging Spectral Array (LEISA) dello strumento Ralph.
«Le grandi distese di Plutone non mostrano ghiaccio d’acqua a vista», ha detto un altro membro del team scientifico, Jason Cook sempre del SwRI, «perché risulta mascherato da altri ghiacci, più volatili, su gran parte del pianeta. Capire perché l’acqua compaia esattamente in certi luoghi, e non in altri, è una questione che stiamo approfondendo».
Un aspetto curioso di questa scoperta è che le aree dove la “firma spettrale” del ghiaccio d’acqua appare più marcata corrispondono alle zone che appaiono di un colore rossastro particolarmente brillante nelle immagini a colori di Plutone recentemente pubblicate. «Sono sorpreso che questo ghiaccio d’acqua sia così rosso», ha commentato Silvia Protopapa dell’Università del Maryland. «Non abbiamo ancora compreso il rapporto tra il ghiaccio d’acqua e le toline rossastre sulla superficie di Plutone».
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