Volete andare su Marte ma non avete abbastanza carburante? Nessun problema, potete fermarvi sulla Luna a fare rifornimento. Ovviamente nulla di tutto questo è per ora possibile, ma in futuro – chissà – i viaggi umani interplanetari potrebbero essere una realtà, però si dovrà affrontare l’annoso problema di quanto carburante trasportare (il peso nei viaggi spaziali è una variabile fondamentale, anche per i costi di missione). Se ne parla ormai da qualche tempo (vedi Media INAF) e di recente un nuovo studio del MIT (vedi Media INAF) suggerisce che una missione verso il Pianeta rosso potrebbe partire dalla Terra con un carico alleggerito se la tappa intermedia fosse il nostro satellite naturale. Lo studio ha come primo autore Takuto Ishimatsu ed è stato pubblicato su Journal of Spacecraft and Rockets.
Studi precedenti hanno già ipotizzato che il suolo e il ghiaccio lunare in alcuni crateri possano essere raccolti e poi convertiti in combustibile. Il gruppo di ricercatori del MIT conviene che una deviazione verso la Luna ridurrebbe la massa di una singola missione del 68%. Gli esperti hanno sviluppato un modello per determinare il percorso migliore verso Marte, assumendo la disponibilità di risorse e delle infrastrutture per produrre combustibile sulla Luna. Come si procederebbe? Un equipaggio partirebbe dalla Terra con abbastanza carburante per arrivare su un’orbita bassa attorno al nostro pianeta. Un impianto di produzione di combustibile sulla superficie della Luna dovrebbe poi lanciare cisterne di carburante nello spazio (nei punti di Lagrange), che verrebbero poi raccolte dall’equipaggio. Gli astronauti dovrebbero quindi fare rifornimento solo un’ultima volta prima dell’arrivo su Marte.
Olivier de Weck, un professore del MIT, ha detto che questo piano è totalmente diverso dall’idea originale: andare su Marte con un solo lungo viaggio (si parla di mesi e mesi senza sosta). «L’idea di deviare verso la Luna non è molto intuitiva, ma alla lunga potrebbe essere molto conveniente, perché non c’è bisogno di spedire tutto dalla Terra», ha spiegato.
In passato, i programmi di esplorazione dello spazio hanno adottato due strategie principali per rifornire gli equipaggi: un approccio carry-along, per cui veicoli e risorse viaggiano con l’equipaggio in contemporanea – come nelle missioni Apollo sulla Luna – e poi la cosiddetta “strategia di rifornimento”, in cui i materiali vengono inviati di frequente nello spazio – come accade per la Stazione spaziale Internazionale – grazie a missioni con o senza equipaggio. Entrambe queste opzioni potrebbero non essere sostenibili per viaggi di lunga durata verso altri pianeti, soprattutto visti i continui tagli ai budget delle agenzie spaziali. Per questo il team di ricercatori del MIT ha proposto che missioni interplanetarie necessiteranno di tappe intermedie per rifornimenti di varia natura (carburante, acqua, ossigeno). I modelli sviluppati dal team di Ishimatsu prevedono la circolazione delle merci e delle materie prime, come il carburante, in una sorta di catena di montaggio nello spazio.
Ishimatsu ha sottolineato: «Il nostro obiettivo finale è quello di colonizzare Marte e di stabilire una presenza umana permanente nonché autosufficiente. Tuttavia, è altrettanto importante dire che abbiamo bisogno di ‘spianare una strada nuova’ nello spazio, in modo da poter viaggiare tra i corpi planetari in modo conveniente».