Venerdì 16 ottobre, nell’ambito del programma Leader del futuro della fondazione Ambrosetti, l’INAF- IASF ha ospitato, nell’area della ricerca di Milano, un incontro per fare conoscere ad un gruppo di giovani industriali alcuni delle molte sfaccettature della ricerca astrofisica italiana e delle sue ricadute industriali.
Ha rotto il ghiaccio Umberto Guidoni mostrando e commentando un video sulla vita nello spazio. Disponibilissimo E molto affabile ha risposto a molte domande che hanno toccato i diversi stadi della sua carriera, ad iniziare dalla formazione da ricercatore, per arrivare all’esperienza da astronauta poi da parlamentare europeo ed ora da divulgatore.
Poi sono intervenuta io per descrivere come nasce una nuova problematica scientifica e come i suoi sviluppi possono influire sulla vita e sulla carriera nel mondo della ricerca. Ho parlato di Geminga e dello sviluppo della problematica delle sorgenti non identificate, ma anche di come si possa conciliare carriera e famiglia.
Giovanni Pareschi ha descritto le ricerche tecnologiche di INAF evidenziando le possibili ricadute industriali per poi passare allo sviluppo del telescopio ASTRI nel contesto del Cherenkov Telescope Array.
Ha concluso Giovanni Bianucci di Media Lario che ha raccontato la storia di una industria di eccellenza, seppure se di nicchia, nata come spin off di attività diINAF- IASF e di INAF-Osservatorio Astronomico di Brera per lo sviluppo degli specchi a replica. Bianucci non ha nascosto le difficoltà di stare sul mercato solo nell’ambito della strumentazione scientifica e ha raccontato i vari tentativi fatti, anche in collaborazione con Intel, per adattare le loro competenze tecnologiche in altri settori innovativi.
Seppure al di fuori dei nostri normali schemi di divulgazione della scienza, direi che si è trattato di una iniziativa interessante che ha suscitato molta genuina curiosità nei partecipanti che hanno potuto incontrare per la prima volta rappresentanti del mondo della ricerca scientifica e industriale. Da notare il gran numero di donne nel gruppo dei giovani industriali, un dato sicuramente positivo in un mondo tradizionalmente dominato dalla presenza maschile e che fa ben sperare nel futuro