Piccoli primati che contano ai confini del Sistema solare: essere il più giovane cratere su Caronte, essere ricco in ammoniaca congelata ed essere praticamente unico nel suo genere. Parliamo di Organa, il protagonista di questa nuova immagine inviata dalla sonda New Horizons della NASA che, oltre ad aver osservato per prima il pianeta Plutone, ha studiato anche il sistema di lune del pianeta nano.
Gli esperti hanno notato alcune piccole ma rilevanti differenze tra Organa e gli altri crateri sulla più grande luna di Plutone (nello specifico sull’emisfero del satellite che “guarda” Plutone). Osservando la superficie agli infrarossi e ad alta risoluzione, gli scienziati hanno potuto constatare la presenza di ammoniaca (congelata ovviamente essendo così tanto lontano dal Sole). È proprio questo aspetto che rende Organa unico: lo spettro infrarosso del vicino cratere Skywalker, per esempio, è simile al resto dei crateri e della superficie di Caronte e indica una grande presenza di acqua sotto forma di ghiaccio. Già nel 2000, grazie ai telescopi, i ricercatori avevano osservato l’assorbimento dell’ammoniaca, ma i dati raccolti da New Horizons lasciano tutti a bocca aperta.
«Perché allora questi due crateri così simili di aspetto e di dimensioni, e così vicini l’uno all’altro, sono però così distinti nella loro composizione?», si è chiesto Will Grundy, della New Horizons Composition team. «Abbiamo diverse idee sull’ammoniaca di Organa. Il cratere potrebbe essere ancora più giovane, o forse l’impatto che lo ha creato ha colpito una tasca nel sottosuolo ricca di ammoniaca ghiacciata». In alternativa, ha spiegato, forse l’oggetto che ha colpito Caronte creando Organa ha trasferito parte del contenuto in ammoniaca sulla superficie.
Entrambi i crateri, Skywalker e Organa, sono circa delle stesse dimensioni – 5 chilometri di diametro – con aspetti simili. Una differenza evidente, però, è che Organa ha una regione centrale di materiale espulso più scura. Bill McKinnon, del gruppo di geologi che si occupa dei dati di New Horizons, ha detto: «L’ammoniaca concentrata è un potente antigelo sui mondi ghiacciati, e se l’ammoniaca è davvero nel sottosuolo di Caronte ciò potrebbe contribuire a spiegare la formazione della sua superficie per effetto del criovulcanismo, tramite – cioè – l’eruzione di freddissimi magmi di ammoniaca mista ad acqua».
Guarda il video della NASA che simula un sorvolo di Caronte:
Per saperne di più:
Vai al sito di New Horizons