UN NUOVO STRUMENTO SU APEX

SEPIA cerca l’acqua nella Via Lattea

Lo strumento SEPIA (Swedish–ESO PI receiver for APEX) sarà in grado di rivelare i deboli segnali emessi dall'acqua e da altre molecole nella Via Lattea, in altre galassie vicine e nell'Universo primordiale

     04/11/2015

New APEX instrument for finding water in the UniverseUn nuovo strumento, montato sul telescopio APEX (Atacama Pathfinder Experiment) da 12 metri di diametro, a 5000 metri sul livello del mare nelle Ande cilene, ci offre una nuova finestra sull’Universo, finora inesplorata. Lo strumento SEPIA (Swedish–ESO PI receiver for APEX) sarà in grado di rivelare i deboli segnali emessi dall’acqua e da altre molecole nella Via Lattea, in altre galassie vicine e nell’Universo primordiale.

Installato all’inizio dell’anno su APEX, SEPIA è sensibile alla luce di lunghezza d’onda che va da 1,4 a 1,9 millimetri. Le condizioni osservative eccezionali dell’arida piana di Chajnantor nel nord del Cile fanno sì che, anche se questo intervallo di lunghezze d’onda viene bloccato dal vapor acqueo contenuto nell’atmosfera nella maggior parte dei siti osservativi al mondo, SEPIA possa comunque rivelare i deboli segnali che provengono dallo spazio.

Questa regione dello spettro elettromagnetico è molto interessante per gli astronomi poiché vi si trovano i segnali emessi dall’acqua nello spazio. L’acqua è un indicatore importante di molti processi astrofisici, tra cui la formazione delle stelle, e si pensa che giochi un ruolo fondamentale nell’origine della vita. Studiare l’acqua nello spazio – nelle nubi molecolari, nelle zone di formazione stellare e anche nelle comete all’interno del Sistema Solare – dovrebbe fornire indizi importanti sul ruolo dell’acqua nella Via Lattea e nella storia della Terra. Inoltre, la sensibilità di SEPIA lo rende uno strumento molto efficace per rivelare il monossido di carbonio e il carbonio ionizzato nelle galassie dell’Universo primordiale.

«Le prime misure con SEPIA su APEX mostrano che stiamo veramente aprendo una nuova finestra, che comprende la possibilità di osservare l’acqua nello spazio interstellare – SEPIA darà agli astronomi la possibilità di cercare oggetti che si potranno seguire con alta risoluzione spaziale quando gli stessi ricevitori saranno operativi su tutta la schiera di ALMA», commenta John Conway, direttore dell’Osservatorio Spaziale di Onsala, Chalmers University of Technology in Svezia.

Così come il cielo buio è essenziale per vedere gli oggetti deboli in luce visibile, un’atmosfera molto secca è necessaria per catturare i segnali dell’acqua dal cosmo a lunghezze d’onda maggiori. Ma le condizioni di bassa umidità non sono l’unico requisito: i rivelatori devono anche essere raffreddati alla temperatura molto bassa di -269 C – appena 4 gradi sopra lo zero assoluto – per poter funzionare.

Il Comunicato Stampa dell’ESO