NUOVE IMMAGINI DALLA SONDA CASSINI

Encelado e Dione: lune a confronto

La sonda Cassini sta effettuando in questi mesi alcuni degli ultimi sorvoli ravvicinati del sistema di Saturno. L’8 settembre scorso ha scattato un’immagine che mostra in primo piano Dione ed Encelado sullo sfondo. Sebbene le lune abbiano una composizione molto simile, le loro superfici appaiono estremamente differenti

     18/11/2015

La sonda Cassini sta effettuando in questi mesi alcuni degli ultimi sorvoli ravvicinati del sistema di Saturno. Lanciata nel 1997 da Cape Canaveral, la missione Cassini-Huygens della NASA ha raggiunto Saturno nel 2004, inserendosi in orbita il 1° luglio 2004. Da allora sono passati oltre undici anni, contro i quattro di durata nominale del progetto, e ne restano circa altri due per indagare da vicino il Signore degli Anelli del sistema solare.

Dione in primo piano ed Encelado sullo sfondo. L'immagine è stata catturata dalla camera ad angolo stretto a bordo della sonda Cassini l'8 settembre 2015. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Dione in primo piano ed Encelado sullo sfondo. L’immagine è stata catturata dalla camera ad angolo stretto a bordo della sonda Cassini l’8 settembre 2015. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

L’8 settembre 2015 la sonda Cassini si trovava nei pressi di Dione (in primo piano), e ha potuto raccogliere questa immagine in cui Encelado fa capolino, spiccando alle spalle di Dione per luminosità. Sebbene le due lune abbiano quasi la stessa composizione, Encelado ha una riflettività notevolmente superiore rispetto a quella di Dione, e appare quindi molto luminoso in contrasto con il cielo notturno.

Encelado ha un diametro di circa 500 km e sulla sua superficie si osserva una pioggia costante di grani di ghiaccio provenienti dai suoi getti, localizzati principalmente al polo sud. Al contrario Dione, che ha dimensioni pari a circa 1100 km di diametro, ha una superficie estremamente craterizzata, con crateri ampi fino a 100 km e profonde fratture. Dal momento che la sua superficie è priva di protezione, essendo sprovvista di atmosfera, viene costantemente bombardata da riadiazione, polveri e grani subendo gli effetti della cosiddetta “erosione spaziale” (in inglese “space weathering”).

Nell’immagine scattata dalla camera ad angolo stretto a bordo di Cassini l’8 settembre scorso, il polo nord di Encelado si trova verso l’alto. Al momento dell’acquisizione, la sonda si trovava ad una distanza di circa 83.000 km da Dione, raggiungendo una risoluzione sulla sua superficie di 2.2 km per pixel.

Le fratture presenti sulla superficie di Dione sono lunghe da decine a centinaia di km, e spesso attraversano pianure e crateri. Sono state osservate già dalle sonde Voyager, ma i sorvoli di Cassini, iniziati a partire dal 2005, hanno permesso di evidenziare la presenza di pareti di ghiaccio d’acqua, luminose e profonde fino a centinaia di metri. Queste scogliere suggeriscono che Dione abbia sperimentato in passato attività tettonica.

Dione, inoltre, è costantemente bombardato da una finissima polvere di ghiaccio proveniente dall’anello E di Saturno. Questa polvere, a sua volta, arriva in gran parte dai numerosi e intensi geyser di Encelado.

Il 28 ottobre scorso la sonda Cassini ha effettuato il penultimo sorvolo ravvicinato di Encelado, arrivando a sfiorarne la superficie da una distanza di 48 km. Il prossimo e ultimo appuntamento con questa affascinante luna di Saturno è fissato per il 19 dicembre, quando Cassini passerà a 5000 km dalla sua superficie, per un ultimo sguardo al polo sud.