Un team di astronomi hanno usato il Las Cumbres Observatory Global Telescope network (LCOGT) per osservare la danza di un esopianeta nettuniano transiente (quindi simile al nostro Nettuno in misure e fattezze) attorno a una nana rossa. La particolarità è il colore blu del cielo sopra al pianeta, che si trova a “soli” 100 anni luce da noi. GJ 3470b è stato scoperto nel 2012 con il metodo del transito, cioè osservando una variazione nella luminosità della sua stella madre al passaggio del pianeta. Quando l’orbita di un esopianeta è allineata perfettamente affinché si verifichi il transito, gli astronomi possono misurarne le dimensioni a diverse lunghezze d’onda al fine di generare uno spettro della sua atmosfera, in modo da studiarne anche la composizione. GJ 3470b è quattro volte la grandezza della Terra, ma molto più simile al nostra tipologia di pianeta che ai gioviani caldi (circa 10 volte la grandezza della Terra), che racchiudono la maggior parte degli esopianeti.
Un gruppo di astronomi guidati da Diana Dragomir dell’Università di Chicago (Usa) hanno osservato il transito di GJ 3470b con i diversi osservatori del network LCOGT (Hawaii, Texas, Cile, Australia e Sudafrica)per confermare la presenza di un fenomeno chiamato scattering di Rayleigh. Il risultato è significativo per diverse ragioni, perché GJ 3470b è l’esopianeta più piccolo per il quale sia stato confermato lo scattering di Rayleigh (da cui dipende il colore blu della luce). La misurazione degli astronomi ci dice che il pianeta ha una spessa atmosfera ricca di idrogeno sotto uno strato di foschia che diffonde la luce blu, per questo il cielo su GJ 3470b assume il colore blu. Inoltre, il pianeta orbita intorno ad una piccola nana rossa, il che significa che blocca una grande quantità di luce durante ogni transito, rendendo il pianeta più facilmente caratterizzabile. Infine, questa misura è la prima chiara rilevazione di una caratteristica spettroscopica nell’atmosfera di un pianeta extrasolare realizzata con piccoli telescopi (1 e 2 metri).
Dragomir ha detto: «Questa osservazione ci avvicina alla comprensione della natura dei pianeti extrasolari sempre più piccoli attraverso l’uso di un nuovo approccio che ci permette di sondare le atmosfere anche senza nuvole». Il risultati sono importanti anche perché evidenziano il ruolo di piccoli telescopi, per questo anche meno costosi e più facili da gestire.
Per saperne di più:
Leggi QUI lo studio “Rayleigh Scattering in the Atmosphere of the Warm Exo-Neptune GJ 3470b”, di Diana Dragomir et al.