Quello del 3 dicembre è un giorno che potrebbe risultare tra i più significativi nella storia dello spazio italiano. Nella notte del 3 dicembre ha infatti preso il via, dalla base di lancio di Kourou in Guyana francese, la missione LISA Pathfinder, missione propedeutica alla missione e-LISA per lo studio delle onde gravitazionali, a guida italiana. Italiano è infatti il PI della missione, come italiano è lo strumento principale a bordo della sonda.
A forte connotazione italiana è anche il razzo che ha portato sulla sua rotta verso il suo punto di Lagrange la sonda: VEGA. Il primo a ipotizzare la realizzazione di questo lanciatore fu Luigi Broglio. L’idea era fornire un piccolo lanciatore che sostituisse l’americano Scout per la base di lancio italiana di Malindi, in Kenya. L’idea nasce negli anni ’60, durante il progetto San Marco, ma fa fatica a concretizzarsi. La nascita dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui l’Italia fa parte, il ruolo dell’agenzia spaziale francese, il CNES, che tramite Arianespace ha il monopolio sui lanciatori europei, rendono il cammino del progetto piuttosto faticoso. Ma l’Italia ci crede, tanto da dire, siamo alla fine degli anni ’90, che se la Francia non vuole VEGA, l’Italia lo farà comunque. Non sarà per fortuna così. Oggi VEGA è un vettore europeo di grandissima efficienza, nato da un accordo italo-francese nell’ambito delle strategie dell’Agenzia Spaziale Europea. L’efficienza di VEGA si deve, per la gran parte, alla tecnologia italiana che ne realizza il 65%.
A relativamente pochi chilometri di distanza, in Florida, poco prima dello scadere della mezzanotte del 3 dicembre (23.55 in Italia), dovrebbe prendere la strada della Stazione Spaziale Internazionale il cargo Cygnus. La Cygnus è una della quattro navette che, insieme alla Dragon di SpaceX, all’HTV giapponese e alla Progress russa, riforniscono la Stazione Spaziale Internazionale. Il cargo è composto di due sezioni: il modulo pressurizzato (Pressurized Cargo Module, PCM) e il modulo di servizio (Service Module, SM). Quest’ultimo è costruito e sviluppato da Orbital ATK, la società proprietaria del velivolo, mentre il PCM è stato progettato e costruito da Thales Alenia Space Italia, negli stabilimenti di Torino. La scelta dell’azienda franco-italiana è il riconoscimento delle capacità tecnologiche di quella che fu l’Alenia Spazio, in particolare per i moduli pressurizzati. Suoi, su committenza ASI, i tre moduli logistici MPLM, Leonardo, Raffaello e Donatello. Il primo è stato poi convertito a modulo permanente della ISS. Suoi anche i nodi 2 e 3 e la Cupola, come anche gran parte del modulo europeo Columbus.
Ciliegina sulla torta di questa giornata caratterizzata dall’Italia dello spazio, la stampante 3D che, grazie al cargo Cygnus, raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale: la Portable On-Board Printer, progettata e realizzata in Italia è una stampante che sperimenterà la tecnologia 3D printing in assenza di gravità. L’esperimento, promosso dall’ASI, è stato sviluppato da Altran Italia, Thales Alenia Space e l’Istituto Italiano di Tecnologia.
«Oggi è una grande giornata per lo spazio italiano!» è il commento di Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, a poche ore dal lancio della missione dell’ESA, LISA Pathfinder e a poche ore al lancio del cargo per la ISS, Cygnus. «Da Kourou abbiamo assistito al sesto, perfetto, lancio del vettore Vega. Un lanciatore voluto dall’Italia e costruito in gran parte dall’Italia, che ha messo in orbita LISA Pathfinder, un esperimento ESA a guida italiana preparatorio per lo studio delle onde gravitazionali. Tra qualche ora, dalla base di lancio della NASA, Kennedy Space Center, andrà in orbita, destinazione la Stazione Spaziale Internazionale, il cargo Cygnus costruito da Thales Alenia Space Italia a Torino. A bordo la Portable On-Board Printer, progettata e realizzata in Italia. Due lanci importantissimi per l’Italia in un giorno, mai successo prima».
Guarda il servizio di INAFTV sul lancio della missione LISA Pathfinder