Il Symposium on Space Educational Activities ha rappresentato, per la prima volta, un punto di incontro per gli studenti universitari e i giovani professionisti coinvolti nel settore spaziale di tutta Europa. L’idea è nata proprio dagli studenti della Scuola di Dottorato in Scienze, Tecnologie e Misure Spaziali del Centro d’Ateneo di Studi e Attività Spaziali (CISAS) “Giuseppe Colombo” dell’Università di Padova. Il CISAS e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno creduto fermamente nella realizzazione del simposio, supportando l’organizzazione dell’evento.
Stefano Debei, direttore del CISAS, ha aperto il simposio sottolineando quanto forte sia la collaborazione dell’ingegneria spaziale con l’Istituto Nazionale di Astrofisica. A Padova in particolare possiamo citare, tra i tanti progetti di grande successo, la realizzazione del telescopio WAC (Wide Angle Camera) per la missione Rosetta, l’esperimento DREAMS per la missione Exomars 2016 che sarà lanciata alla volta di Marte il prossimo marzo, e che opererà sul suolo del pianeta rosso sul modulo tutto italiano Schiaparelli. Senza dimenticare la compartecipazione alla missione BepiColombo, destinata all’esplorazione di Mercurio il cui lancio è previsto per il 2018.
Al simposio hanno partecipato almeno 200 giovani, quasi tutti studenti e dottorandi impegnati nella ricerca tecnologica applicata all’ingegneria spaziale. Circa la metà di loro stranieri e provenienti da venti diversi paesi europei ma non solo, alcuni sono arrivati anche dall’Egitto, dalla Turchia e dal Canada. Inoltre il convegno ha visto la partecipazione di diversi delegati provenienti da tutta Europa, appartenenti sia a enti dedicati alla ricerca e alla formazione, sia ad aziende del settore aerospaziale. Tra gli altri Piero Galeone, capo dell’ESA Tertiary Education Unit, Natacha Callens, amministratore del Training and Learning Center della ESA Academy, e Sylvain Lodiot, responsabile delle operazioni della missione Rosetta. A rappresentare la NASA David Thompson, astrofisico ed esperto in divulgazione scientifica. Hanno portato il loro contributo ancheEnrico Lorenzini, docente padovano allievo di Giuseppe Colombo ed esperto di satelliti “a filo”, e Monica Monici, presidente della European Low Gravity Association.
Al Symposium on Space Educational Activities è intervenuta anche un’ospite d’eccezione: Samantha Cristoforetti, astronauta dell’ESA e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, che ha volato con Futura, la seconda missione di lunga durata dell’ASI. La Cristoforetti ha illustrato ai giovani partecipanti i diversi esperimenti scientifici compiuti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ma non ha ovviamente tralasciato di raccontare anche i momenti emozionanti. La percezione della presenza umana sulla Terra data dalle luci che la sera si accendono a disegnare i contorni dei continenti, la meraviglia davanti all’alba dorata riflessa sullo scafo della Stazione Spaziale e il divertimento nell’essere i primi astronauti a bere un vero espresso nello spazio.
Poco prima di lei Natacha Callens, ha illustrato il programma dell’Agenzia spaziale Europea volto alla didattica e alla diffusione delle scienze spaziali dalle scuole primarie fino al programma pilota dell’ESA Academy di cui lei è amministratore e che è specificatamente rivolto ai giovani professionisti dello spazio che erano presenti al convegno. Sylvian Lodiot, responsabile ESA delle operazioni della missione Rosetta, ha raccontando gli ultimi aggiornamenti della missione, ha lasciato il giovane pubblico strabiliato dalle immagini incredibili che OSIRIS ci ha inviato della cometa 67/P.
David J. Thompson del Goddard Space Flight Center della NASA, ha presentato i programmi dell’Agenzia spaziale statunitense sottolineando il ruolo ormai paritario che ricopre l’Europa nella corsa allo spazio, dando un’ulteriore spinta emotiva ai giovani presenti a perseguire i loro ambiziosi obiettivi di entrare nel mondo della ricerca spaziale.
La grande tradizione padovana nelle scienze e tecnologie spaziali è nota a tutti ed è stata il punto di partenza per l’organizzazione di questo simposio. Ma ciò che è risaltato in questi tre giorni, oltre all’alta professionalità dell’organizzazione del convegno, è stato il livello eccellente dei progetti e degli esperimenti che i più giovani relatori hanno presentato. Molti di loro sono coinvolti in iniziative internazionali che consentono di mettere in pratica le competenze acquisite all’Università, come parte integrante del percorso formativo. «Questo è un approccio moderno e vincente, particolarmente efficace in un settore ad altissimo contenuto tecnologico e potenziale innovativo, come quello aerospaziale», ha dichiarato Alessandro Francesconi, docente all’Università di Padova e responsabile del convegno. «Sono molto contento, il successo di questo simposio è andato oltre le mie aspettative e i numerosi complimenti anche dai partner internazionali presenti me lo confermano».
Per Lorenzo Olivieri, ingegnere aerospaziale, alla guida del comitato organizzatore del simposio: «si è riusciti a portare a diretto confronto giovani studenti e dottorandi con le realtà spaziali più importanti a livello mondiale. Non escludiamo che questo primo simposio possa diventare un vero e proprio congresso che si possa ripetere in futuro. La fatica nell’organizzare tutto ciò è stata decisamente superata dalla soddisfazione e vogliamo condividere e far crescere quest’idea perché possa diventare un appuntamento fisso per la comunità».
Entusiasmo e tanta passione ha caratterizzato questa tre giorni di convegno. E l’augurio è che il nostro Paese sappia tornare ad investire sulle giovani generazioni, investa finalmente in maniera adeguata in cultura e nella ricerca scientifica, fondi il suo futuro sulla fiducia verso i giovani.
Sito dell’evento: ssasymposium.org