La sonda Dawn della NASA si trova in questi giorni lungo la sua orbita più bassa attorno al pianeta nano Cerere, e grazie a questo punto di vista privilegiato, ci restituisce delle immagini spettacolari. Il nuovo set di dati fornisce numerosi dettagli della superficie, piena di crateri e fratture.
Il 10 dicembre scorso Dawn ha raccolto una serie di immagini del polo sud di Cerere da una quota approssimativa di 380 km, la più bassa mai affrontata. La sonda rimarrà a questa altitudine per il resto della sua missione, e anche quando il tempo nominale della missione sarà terminato. La risoluzione delle nuove immagini è di circa 35 metri per pixel.
Tra le visuali più sorprendenti spicca senza dubbio una serie di crateri chiamata Gerber Catena, che si trova a ovest del grande cratere Urvara. Depressioni e fratture sono caratteristiche molto comuni su corpi planetari di grandi dimensioni, e sono causate da contrazioni e sollecitazioni varie della crosta, a causa di urti o formazione di grandi montagne, come ad esempio il Monte Olimpo su Marte. Le fratture trovate lungo tutta la superficie di Cerere indicano che potrebbero essersi verificati processi simili, nonostante le sue modeste dimensioni (il diametro di Cerere è pari a circa 940 km). Molte delle avvallature e dei canali presenti su Cerere si sono probabilmente formati a seguito di impatti, ma alcuni sembrano di origine tettonica, ovvero frutto di tensioni interne che hanno comportato la rottura della crosta.
«Non abbiamo ancora capito perché le fratture presenti sulla superficie di Cerere siano così marcate, ma molto probabilmente sono legate alla struttura complessa della sua crosta», ha dichiarato Paul Schenk, membro del team scientifico di Dawn presso il Lunar and Planetary Institute di Houston.
Le immagini sono state raccolte nella fase di un test della camera di backup a bordo di Dawn. La camera primaria, che è sostanzialmente identica, ha iniziato la sua campagna di raccolta dati lungo questa orbita bassa solo il 16 dicembre. Entrambe le camere godono di ottima salute.
Anche gli altri strumenti a bordo di Dawn hanno iniziato un periodo di intensa osservazione, questo mese. Lo spettrometro nel visibile e nell’infrarosso (VIR, costruito grazie alla leadership scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF) permetterà di individuare la composizione di Cerere osservando come la luce a diverse lunghezze d’onda viene riflessa dalla sua superficie. Anche il rivelatore di raggi gamma e neutroni è operativo e fornirà informazioni preziose circa le abbondanze di alcuni elementi sul pianeta nano.
Nei primi giorni di dicembre i membri del team scientifico di Dawn hanno scoperto che il misterioso materiale brillante trovato al centro di alcuni imponenti crateri, come Occator, sembrerebbe essere correlato alla presenza di sale, e hanno proposto che si tratti di un particolare solfato di magnesio chiamato esaidrite. Un altro team di scienziati ha scoperto che Cerere contiene ammoniaca. Siccome l’ammoniaca è abbondante nel sistema solare esterno, questa scoperta indica che Cerere potrebbe essersi formato nelle vicinanze di Nettuno e aver poi migrato verso l’interno, oppure potrebbe essersi formato sul posto, da materiale che era migrato da regioni esterne del sistema solare.
«Mentre raccogliamo dati su Cerere alla massima risoluzione possibile, continuiamo ad esaminare le nostre ipotesi e a fare scoperte sorprendenti su questo mondo misterioso», ha detto Chris Russell, principal investigator della missione Dawn, e ricercatore presso l’Università della California.