InSight, la nuova missione NASA dedicata allo studio della composizione e della struttura interna di Marte, alla fine, perde l’appuntamento per la finestra di lancio programmata nel marzo dell’anno prossimo e vede così rinviato il suo decollo alla volta del Pianeta rosso. E molto probabilmente, non di poco: almeno un paio d’anni, in attesa che Terra e Marte si ritrovino nelle giuste posizioni per consentire a InSight di arrivare a destinazione secondo i piani di missione già programmati.
Lo hanno comunicato ufficialmente qualche giorno fa i responsabili dell’Agenzia spaziale statunitense a seguito di un problema tecnico a SEIS (Seismic Experiment for Interior Structure, uno dei principali strumenti che equipaggiano il veicolo spaziale), ormai non più risolvibile con la necessaria sicurezza entro la data prevista del lancio di InSight. SEIS, fornito dal CNES in Francia, è un sensibilissimo sismografo in grado di captare anche i più flebili movimenti tellurici. Per raggiungere questi elevatissimi livelli di accuratezza, i tre sensori di cui è dotato devono operare in una condizione di vuoto spinto per resistere alle avverse condizioni dell’ambiente marziano. Una perdita individuata ad inizio anno nello strumento era già stata riparata e il team della missione era fiducioso che le migliorie apportate potessero essere sufficienti. Ma nuovi, recenti test sull’apparato condotti in condizioni estreme (fino a -45 celsius) per simulare le condizioni da affrontare durante lo svolgimento della missione, hanno messo in evidenza un’ulteriore perdita di vuoto nel sistema. E, ormai, i tecnici hanno capito che i nuovi interventi andranno fatti in modo più approfondito per risolvere, si spera in maniera decisiva, l’inconveniente.
«Eravamo a un passo dal successo, ma si è verificata un’anomalia, che richiede ulteriori indagini. I nostri specialisti troveranno certamente una soluzione al problema ma, purtroppo, non per la data del lancio prevista nel 2016» ha dichiarato Marc Pircher, direttore del Centro Spaziale del CNES a Tolosa. E così, il veicolo spaziale, costruito da Lockheed Martin e arrivato alla Air Force Base di Vandenberg, in California, il 16 dicembre scorso, farà mestamente ritorno a Denver, allo stabilimento della Lockheed, per i necessari interventi.
Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory (JPL) sostiene senza incertezze la decisione presa: «Gli addetti di missione del JPL e del CNES e i loro partner hanno profuso uno sforzo eroico per preparare lo strumento di InSight, ma la meccanica celeste ci dice che abbiamo finito il tempo a disposizione per spedire la missione su Marte nella finestra di lancio prevista. E’ più importante completare al meglio la preparazione del veicolo spaziale che prendere rischi davvero inaccettabili». Consoliamoci allora con la missione europea Exomars, il cui primo veicolo spaziale è recentemente giunto al cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. In questo caso, tutto sembra procedere secondo i piani e la partenza alla volta del Pianeta rosso è confermata a marzo 2016.