Il Wright Mons a colori. A più di sei mesi dallo storico flyby di Plutone, avvenuto lo scorso 14 luglio, la sonda NASA New Horizons ci regala una nuova e straordinaria immagine del pianeta nano. Nell’obiettivo dello strumento LORRI (Long Range Reconnaissance Imager) montato su New Horizons si compongono una serie di immagini a risoluzione di 450 metri per pixel e scattati da un’altezza di quasi 50mila chilometri sulla superficie di Plutone. Immagini arricchite dai dati “a colori” raccolti da un altro strumento montato sulla sonda NASA, il Ralph / Multispectral Visible Imaging Camera, che invece ha osservato la stessa area da un’altezza di 34mila chilometri e con una risoluzione di 650 metri per pixel.
Uno scatto che dunque abbraccia 230 chilometri in tutto e che fornisce nuove e importanti informazioni su uno dei due potenziali vulcani di ghiaccio osservati dagli scienziati fin dalle prime rilevazioni del luglio 2015.
Il criovulcanismo, ovvero l’estrusione di ghiaccio dalla superficie di un corpo celeste, è un fenomeno piuttosto diffuso all’interno del Sistema Solare. Questo è vero. Ma se il Wright Mons (così battezzato in onore dei fratelli Wright, pionieri del volo umano) fosse confermato come criovulcano ci troveremmo di fronte al più grande del suo genere, almeno per quanto concerne l’intero Sistema Solare esterno: con il suo diametro di 150 chilometri e uno sviluppo in altezza di 4 chilometri, davvero enorme.
Il gruppo di ricerca di New Horizons è incuriosito dalla scarsa distribuzione di materiale rosso nell’immagine e si interroga sul perché non sia più abbondante. È altrettanto strano che sull’intera superficie dell’ipotetico vulcano sia stato avvistato un unico e grosso cratere, come a dire che la sua formazione e la crosta sottostante è di relativa recente formazione. E che la sua attività deve essersi concentrata nella tarda storia del pianeta nano.