Fino al 20 febbraio Mercurio, Venere, Saturno, Marte e Giove “galleggeranno” in fila sull’orizzonte italiano. Un filotto planetario tutto da fotografare e che noi di Media INAF vogliamo socializzare a 360 gradi con i nostri lettori. Per l’occasione abbiamo creato una pagina Tumblr – #givemefiveplanets – per raccogliere i contributi di chiunque voglia partecipare a questa collettiva di scatti astrofili.
Già, ma come improvvisarsi astrofotografi? Così, su due piedi, dall’oggi al domani. Urgono consigli, dritte, ricette per confezionare una vera foto da antologia.
Tranquilli. Abbiamo raccolto per voi il parere di un esperto: Matteo Dunchi. Nome che ai lettori di Media INAF non suonerà nuovo, perché di lui abbiamo parlato qualche mese fa in occasione dello splendido ritratto di Adromeda, a sua firma, e pubblicato su Astronomy Picture Of the Day (APOD), scelta dal sito NASA come foto astronomica del giorno.
Anzitutto, prima di puntare gli obiettivi a casaccio, possiamo approfittare del fatto che Matteo, oltre ad essere un fotografo professionista, è uno dei membri del Gruppo Astrofili Massesi. Una domanda di partenza è d’obbligo: come si riconoscono i cinque pianeti?
«È piuttosto semplice: li possiamo distinguere dalle altre stelle perché piuttosto luminosi – nel caso di Venere e Giove, anche ben più luminosi di ogni altra stella. Guardando più attentamente è facile accorgersi che i pianeti presentano una chiara sfumatura di colore. Il tono arancione di Marte, il bianco intenso di Venere o il tenue giallo di Giove sono ben visibili. Più difficile con Saturno, quello con il colore meno evidente, e Mercurio, il più difficile da individuare perché basso sull’orizzonte».
Qual è il momento ideale per scattare una buona fotografia?
«Bisogna svegliarsi un’oretta prima del sorgere del Sole. I pianeti sono allineati secondo una linea immaginaria. I primi quattro si trovano tra il Sud-Est e il Sud, mentre Giove è di poco staccato dal gruppo, verso Ovest. A riempire il buco tra Marte e Giove ci sarà un altro corpo celeste piuttosto luminoso e che non è un pianeta: si tratta della stella Spica. Attenti anche alla Luna che in queste settimane si muove nella sfera celeste passando, col il trascorrere dei giorni, proprio vicino a ogni pianeta».
Consigli per fotografi e amatori?
«La distesa di pianeti occupa una vasta porzione di cielo, per cui servirà un obiettivo molto grandangolare, un fish-eye è anche meglio, oppure potremmo usare la funzione panoramica multiscatto. Includere un bel primo piano (un paesaggio o uno scorcio urbano) renderà lo scatto sicuramente più interessante».
E se a portata di mano non c’è che uno smartphone?
«Non tutto è perduto, anzi. La funzione panoramica, presente un po’ su tutti i device di ultima generazione, è quella che fa al caso nostro! Attenti però a ruotare lo smartphone solo su se stesso, e non attorno al nostro corpo. Si evitano in questo modo errori di parallasse con gli oggetti più vicini. L’esposizione sarà automatica, la foto sarà “rumorosa” ma accettabile. Se invece disponete di una action-cam, potrete catturare tutti i pianeti con un solo scatto: infatti queste fotocamere sono spesso dotate di ottica ultragrandangolare, se non addirittura fish-eye».
Ora dacci qualche consiglio in più, per gli utenti esperti.
«Se vogliamo fare qualcosa di più raffinato, il consiglio è di fotografare con una macchina ad ottiche intercambiabili (reflex o mirrorless), un obiettivo ultra-grandangolare e ovviamente il cavalletto».
Vediamo alcuni consigli tecnici.
«In piena ora blu (l’ora prima del sorgere del Sole, ndr) il tempo di scatto ideale per avere una buona esposizione sul primo piano, e i pianeti puntiformi, non dovrebbe superare i 5-10 secondi. Per ottenere questo tempo provate con diaframmi da f/4 a f/8 e sensibilità tra 200 e 800 ISO. Ovviamente si tratta di valori indicativi: nell’arco dei 30-40 minuti in cui è possibile vedere i pianeti prima che sorga il Sole, le condizioni di luce cambiano enormemente.
Messa a fuoco.
«Rigorosamente manuale (ingrandendo da live view) su Venere o Giove, oppure una luce artificiale molto lontana. Mettete su cavalletto e scattate con il telecomando oppure l’autoscatto per evitare il mosso. Scegliete un buon bilanciamento del bianco, a seconda delle luci in primo piano e al vostro gusto, senza esagerare con toni troppo caldi o freddi. E scattate rigorosamente in RAW: in fase di post-produzione potrete aggiustare meglio il bilanciamento del bianco rispetto al JPG sfornato dalla macchina, e in generale migliorare contrasti, colori ed esposizione senza veder apparire strani artefatti o “bande” tra le sfumature cromatiche del cielo».
Cosa non fare assolutamente?
«Non impostare la messa a fuoco in automatico: la macchina farà fatica ad agganciare un soggetto all’infinito e potrebbe venire una foto totalmente sfuocata. Non usate sensibilità ISO altissime: non servono, i pianeti sono molto luminosi e alti ISO porteranno solo più rumore digitale e un degrado generale della qualità. Restate su diaframmi “medi”. A tutta apertura la nitidezza è minore specialmente ai bordi del fotogramma, mentre con diaframmi molto chiusi (f/11-f/22) perdete dettaglio per il fenomeno della diffrazione. Disattivate, se presente, lo stabilizzatore ottico. Su cavalletto potrebbe far perdere nitidezza alla foto».