Lampi radio ancora sotto i riflettori della ricerca. Esattamente una settimana fa Nature pubblicava un lavoro su questi elusivi e rapidissimi segnali nelle onde radio (anche noti come Fast Radio Burst o FRB in breve), in cui per la prima volta veniva riportata l’identificazione del luogo di origine di uno di questi eventi, ovvero una remota galassia a 6 miliardi di anni luce da noi. Arriva ora, sempre dalle pagine di Nature, una nuova indagine di un team di ricercatori guidato da Laura Spitler, dell’Istituto Max Planck per la Radioastronomia a Bonn, in Germania, che riporta la scoperta del primo Fast Radio Burst ripetuto. Finora infatti tutti i lampi radio registrati erano risultati isolati. Nel caso nel lavoro di Spitler e collaboratori è stata invece registrata una sequenza di impulsi riconducibile ad una stessa sorgente.
«Prima d’ora non avevamo mai osservato la ripetizione di un evento FRB, ma per essere sicuri abbiamo continuato a monitorare la zona di provenienza di un lampo radio precedentemente scoperto per molti mesi a seguire» dice Spitler. Queste indagini sono state condotte con il radiotelescopio di Arecibo a Puerto Rico, il più grande radiotelescopio del mondo, con un diametro della sua parabola di ben 305 metri.
Il fatto che “storicamente” non erano mai stati individuati lampi radio ripetuti aveva portato gli astrofisici a ritenere che fossero prodotti in eventi catastrofici legati alla distruzione di un oggetto celeste, come l’esplosione di una stella massiccia in supernova, o il collasso di una stella di neutroni. Ma questa certezza è iniziata a vacillare nel novembre scorso, quando Paul Scholz, dottorando della McGill University, ricontrollando i dati d’archivio raccolti nella campagna di monitoraggio, ha trovato altri dieci segnali associati all’evento denominato FRB121102. «Gli impulsi ripetuti mi hanno letteralmente sorpreso ed emozionato» dice Scholz. «Ho capito subito che la scoperta avrebbe avuto una grande importanza nello studio degli FRB».
La scoperta suggerisce che questi impulsi potrebbero essere stati prodotti da un oggetto esotico, che per i ricercatori potrebbe essere una stella di neutroni in rotazione, dotata di una elevatissima quantità di energia in grado di produrre emissioni estremamente brillanti e concentrate. Ma è anche possibile che la scoperta rappresenti la prima identificazione di una sottoclasse di sorgenti celesti riconducibili a una più vasta popolazione di emettitori di lampi radio.
«Mano mano che si aggiungono pezzi nuovi, il puzzle scientifico dei Lampi Radio da un lato si semplifica e dall’altro si complica» commenta Andrea Possenti, ricercatore INAF coinvolto nello studio degli FRB e nel team di scienziati che ha effettuato la prima individuazione della galassia dove si è originato un lampo radio. «L’osservazione della ripetitività dei lampi radio captati ad Arecibo taglia fuori una ampia fetta di ipotesi sulla loro natura, e favorisce chiaramente eventi non distruttivi che coinvolgano una stella di neutroni giovane ed energetica localizzata in una galassia esterna alla nostra. Se così fosse, una loro versione in scala minore è già nota in alcune pulsar della Via Lattea, sotto il nome di emissione di Impulsi Radio Giganti. D’altro canto – prosegue Possenti – nessun caso di ripetizione si era veduto nella quindicina di altri lampi radio finora catalogati, a dispetto di ricerche più estese di quella compiuta a Arecibo per FRB121102. Questo può suggerire che esista più di una classe di Lampi Radio. La successione di importanti risultati pubblicati nelle ultime settimane indica che siamo nel pieno della fase più stimolante della ricerca scientifica: quando ancora un fenomeno, in questo caso i lampi radio, non si è compreso, ma sono finalmente state messe a punto le metodologie per poterlo svelare da un momento all’altro».
Per saperne di più:
- l’articolo A Repeating Fast Radio Burst di L. G. Spitler et al. pubblicato sulla rivista Nature