Immaginate di avere una macchina di formula uno equipaggiata con le ruote di una bicicletta. A quanto potreste spingerla veramente? Non certo fino ai suoi veri limiti. Lo stesso vale anche in astronomia: non basta avere a disposizione telescopi sempre più grandi e complessi se poi non si dispone di strumenti altrettanto sofisticati in grado di analizzare con grandissima precisione i flebili segnali raccolti. A questa necessità non fa certo eccezione anche lo European Extremely Large Telescope, il mastodontico telescopio europeo: il suo specchio principale da ben 39 metri di diametro lo renderà il più grande mai costruito. Per sfruttare appieno questo gioiello della tecnologia serviranno strumenti hi-tech e proprio in questi giorni scienziati e ingegneri hanno iniziato a delineare le specifiche tecniche di due di essi: HIRES (High Resolution Spectrograph) e MOS (Multi Object Spectrograph, spettrografo multi-oggetto).
L’accordo tra ESO e il consorzio HIRES guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, con il quale prende ufficialmente il via lo studio di progettazione dello spettrografo ad alta risoluzione che equipaggerà E-ELT, è stato firmato il 22 marzo 2016, nella sede dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri dell’INAF che ha ospitato il kick off meeting dello strumento.
«HIRES è uno strumento dalle enormi potenzialità scientifiche, finalmente possiamo iniziarne lo studio di progettazione dopo anni di preparazione» dice il Principal Investigator – ovvero il coordinatore – del consorzio HIRES Alessandro Marconi, dell’Università di Firenze e associato INAF. «Il consorzio che effettuerà lo studio comprende oltre 30 istituti di ricerca in 12 nazioni europee e sudamericane. E INAF ne è l’istituto guida, grazie alle capacità tecnico-scientifiche del suo personale, ben note a livello internazionale, e all’esperienza guadagnata sul campo in progetti di spettrografi ottico-infrarossi come UVES, X-Shooter, GIANO, ESPRESSO, CRIRES+ in cui l’Italia ha rivestito o sta rivestendo un ruolo di primo piano».
HIRES è uno spettrografo ad alta risoluzione, che lavora simultaneamente a lunghezze d’onda della radiazione visibile e infrarossa, una proprietà che consentirà a questo strumento di realizzare indagini estremamente dettagliate su singoli oggetti celesti. HIRES permetterà agli astronomi di studiare le atmosfere di pianeti intorno ad altre stelle, alla ricerca di tracce che possano indicare la presenza di attività biologica, o indagare l’evoluzione delle galassie, oppure identificare la natura e le caratteristiche della prima generazione di stelle nell’universo primordiale. Ma anche determinare se alcune delle costanti fondamentali della fisica che regolano i processi alla base dell’evoluzione dell’universo, possano invece cambiare con il trascorrere del tempo.
Il 18 marzo scorso è stato inoltre siglato dall’ESO e dal CNRS-INSU, l’istituto leader nel consorzio MOSAIC, il contratto per lo studio di progettazione dello spettrografo MOS, che combinerà un’alta risoluzione spettrale con una altrettanto elevata risoluzione spaziale e sarà in grado di condurre campagne osservative ad ampio campo nella banda visibile e infrarossa.
«HIRES è il secondo importante progetto strumentale per il quale ESO riconosce ad INAF un ruolo di leadership internazionale dopo il modulo di ottica adattiva multi-coniugata MAORY il cui accordo è stato firmato lo scorso anno» dice dice Filippo Maria Zerbi, Direttore Scientifico dell’INAF. «Insieme alle partecipazioni minori alla Camera MICADO e allo spettrografo Multi-Oggetto MOS, questi costituiscono una importante affermazione della comunità Astronomica Italiana nel contesto di E-ELT e del suo sfruttamento scientifico».
Per saperne di più:
- l’annuncio sul sito web dell’European Southern Observatory (ESO)