Tokyo abbiamo un problema. Di quelli seri. Il satellite scientifico per raggi X giapponese Hitomi, progettato per dare risposta ad alcuni fra i misteri più affascinanti dell’universo alle alte energie, è diventato esso stesso protagonista d’un enigma preoccupante. Il comunicato ufficiale dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA) parla di “communication anomaly”, anomalia nelle comunicazioni. Ma la realtà è che, al momento, nessuno sembra avere la più vaga idea di che cosa ne sia del telescopio spaziale da 273 milioni di dollari lanciato lo scorso 17 febbraio.
Decollato regolarmente come ASTRO-H, ribattezzato Hitomi (in giapponese, “pupilla”) una volta in volo, a inizio marzo i sistemi a bordo del satellite della JAXA avevano comunicato d’essere pronti per la fase operativa. Insomma, pareva si trattasse oramai solo d’attendere. E la tappa successiva era prevista per le 8:40 ora italiana di sabato scorso, 26 marzo. Ma presto s’è capito che qualcosa non stava andando come programmato. Qualcosa di grosso: alle 9:20 del 26 marzo, il Joint Space Operations Center (JSpOC) statunitense – che ha fra i suoi compiti quello di rilevare, tracciare e identificare tutti gli oggetti artificiali in orbita attorno alla Terra – ha infatti avvistato il satellite frammentato in cinque pezzi. Questo l’infausto tweet apparso sul canale ufficiale del JSpOC il giorno successivo:
JSpOC ID’d 2 breakups: SL-12 R/B(33472) @~0145z, 27Mar–21 pieces. ASTRO H(41337) @~0820z, 26Mar–5 pieces. Events not related. @SpaceTrackOrg
— 18th Space Defense Squadron (@18thSDS) March 27, 2016
Un quadro a tinte fosche, dunque, al quale si sono poi andate aggiungendo pennellate di mistero con un tweet successivo della stessa JAXA, nel quale l’agenzia spaziale giapponese – lasciando involontariamente trapelare l’agitazione commettendo un errore nella data (“May 26”, 26 maggio, al posto di “March 26”, 26 marzo), comunica d’aver ricevuto “brevi segnali” da Hitomi dopo l’avvistamento del JSpOC:
Although JSpOC reported that Hitomi separated into multiple pieces at May 26 0820UT, we received short signals from Hitomi after that time.
— JAXA(Japan Aerospace Exploration Agency) (@JAXA_en) March 28, 2016
A ben guardare, le due informazioni non sono necessariamente in contraddizione l’una con l’altra: qualche pezzo di Hitomi può benissimo essersi staccato dal corpo principale del satellite, per esempio, senza mandare del tutto fuori uso il modulo di trasmissione radio. Insomma, le possibili spiegazioni non mancano, e non c’è motivo di correre con la fantasia a immaginare un satellite zombie che si risveglia dopo la frantumazione. Meglio tenere sott’occhio gli aggiornamenti sul sito e sul canale twitter della JAXA.
Ascolta su INAF-TV l’intervista a Margherita Giustini (calibration scientist di Hitomi):