Come sono bizzarri gli esopianeti simili alla Terra, ma lontani da noi chissà quanti anni luce! Pensate che, secondo un recente studio firmato dai ricercatori del Centre for Ocean and Atmospheric Sciences della University of East Anglia, la circolazione di acqua estremamente salata o dolce in oceani extraterrestri influenzerebbe la temperatura dei pianeti lontani da noi e quindi ne condizionerebbe anche l’abitabilità.
Questi ricercatori focalizzano i loro studi sugli oceani invece che sulle atmosfere, come è stato fatto finora. Le simulazioni del comportamento degli oceani extraterrestri potrebbero aiutare gli esperti a comprendere la stabilità del clima e dell’abitabilità sulla Terra, facendo poi le dovute comparazioni con altri pianeti. Questi oceani non sono per nulla paragonabili ai nostri mari, navigabili e balneabili: si tratta di enormi distese di acqua significativamente più o meno salata rispetto agli oceani sulla Terra.
Come sappiamo, la caccia agli esopianeti prosegue a ritmi frenetici e sono sempre di più i candidati a essere sosia della Terra. La competizione non è per niente semplice, perché ciò che ci permette di respirare e vivere sul nostro pianeta (terre emerse e non) finora non è stato replicato su nessun altro pianeta (almeno per quanto ne sappiamo noi oggi). Ma la ricerca del pianeta perfetto non si ferma e le ipotesi sono sempre tante. David Stevens, che ha partecipato alla ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha spiegato: «Pensiamo che molti pianeti possano essere inabitabili perché sono o troppo vicini o troppo lontani dalla loro stella. La zona abitabile di un pianeta si basa proprio sulla sua distanza dal sole e sulle temperature a cui è possibile avere acqua allo stato liquido. Gli oceani svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere la vita e hanno anche una capacità immensa nel controllo del clima, ma studi precedenti sulla circolazione oceanica su altri pianeti hanno ipotizzato che fondamentali proprietà degli oceani, come la salinità e la profondità, potessero essere simili a quelle degli oceani sulla Terra». Stevens ha precisato: «Volevamo scoprire che cosa accade su altri pianeti apparentemente simili alla Terra, ma dove le condizioni come la salinità sono radicalmente differenti».
Ovviamente, non potendo osservare questi pianeti da vicino con le sonde, i ricercatori hanno utilizzato delle simulazioni computerizzate della circolazione degli oceani inserendo diversi parametri, tra cui proprio la salinità dell’acqua. Si va dall’acqua dolce, all’acqua salata che troviamo nei nostri mari, ad acqua davvero molto salata (come quella del Mar Morto). Manoj Joshi ha spiegato: «Sulla Terra, sulla superficie l’acqua si muove verso i poli prima di essere raffreddata per poi sprofondare, muovendosi verso l’equatore in profondità. La nostra ricerca mostra che gli oceani su altri pianeti con una salinità molto più elevata potrebbero circolare in senso opposto – con l’acqua dei poli che scorre verso l’equatore in superficie, che affonda nei tropici e che viaggia verso i poli quando si trova nelle profondità. Abbiamo trovato un modello simile anche per gli oceani di acqua dolce». Questi oceani “sottosopra” condizionerebbero in maniera drammatica il clima degli esopianeti simili alla Terra, così come l’abitabilità.
«Questo lavoro è importate – ha concluso Jodie Cullum – perché ci aiuterà a capire meglio l’abitabilità dei pianeti lontani».
Per saperne di più:
- Leggi su PNAS lo studio “Importance of ocean salinity for climate and habitability“, di Jodie Cullum, David P. Stevens e Manoj M. Joshia