Lo Square Kilometre Array (SKA) è stato identificato come un Landmark Project da parte della Commissione europea nella sua recente ricerca Roadmap 2016 pubblicata nell’ambito dello European Strategy Forum on Research Infrastructures (ESFRI). «SKA è stato riconosciuto come un’importante infrastruttura di ricerca per l’Europa. Costruire il più grande network di radiotelescopi del mondo richiede la collaborazione internazionale a livello europeo e mondiale, e non vediamo l’ora di un’ulteriore partecipazione europea in SKA», ha dichiarato Philip Diamond, direttore generale della SKA Organisation.
L’ESFRI a Bruxelles ha il compito di identificare le strutture di ricerca di importanza paneuropea che sono necessarie per rafforzare l’eccellenza scientifica e la competitività in Europa. Si tratta di strutture talmente importanti e grandi che non possono essere progettate e costruite a livello nazionale: grandi telescopi, acceleratori di particelle, rivelatori di neutrini, le biobanche, le grandi strutture di dati per la ricerca, insomma grandi progetti fondamentali per la ricerca in Europa e nel mondo. Ricordiamo che l’Italia, tramite l’INAF, è uno dei Paesi ideatori del progetto SKA.
«I 29 progetti d’interesse selezionali dall’ESFRI, che hanno ormai raggiunto la fase di attuazione, sono hub di eccellenza scientifica che generano nuove idee spingendo i confini della scienza e della tecnologia. Sono importanti pilastri della ricerca europea e dell’innovazione per i prossimi decenni e avranno bisogno di sostegno continuo per compiere la loro missione e garantirne la sostenibilità a lungo termine», ha specificato John Womersley, presidente dell’ESFRI.
«Mi fa piacere vedere che l’ESFRI continua a sostenere il progetto SKA come parte della sua Roadmap 2016. Il progetto SKA continua ad andare avanti e la Comunità Europea continua a sostenerlo, come con i cinque milioni di euro recentemente assegnati [nell’ambito del programma Horizon 2020, ndr] per continuare con la fase di progettazione delle infrastrutture necessarie nei due siti che ospitano le antenne SKA, in Sudafrica e in Australia», ha detto Steven Tingay, direttore dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna e responsabile dell’Unità Scientifica per la radioastronomia dell’INAF. Ha ricordato anche «un invito recente a presentare proposte per lo sviluppo di piani per un centro europeo di dati SKA. Un consorzio di istituzioni europee ha presentato una proposta, con l’INAF che gioca un ruolo di primo piano nel consorzio. Le grandi sfide nell’ambito dei big data saranno al centro del progetto SKA quando sarà operativo, e le capacità e le iniziative paneuropee sono in grado di affrontare questa sfida nel prossimo decennio».