Bollettino rosso sull’autostrada celeste per Titano. Weekend di esodo da caro benzina. Tutti al mare – Ligeia Mare – a fare il pieno di… metano.
Nessuna ribalderia giornalistica. Nessuna bufala. Su Titano un mare di carburante esiste davvero. Anzi: è l’intera superficie a essere ricoperta da giganteschi bacini di idrocarburi allo stato liquido. Quello che non sapevamo è che uno di essi, il Ligeia Mare di cui sopra, è stato scoperto contenere metano purissimo. Siete proprietari di un’auto ibrida? È il vostro momento!
Si scherza, d’accordo. Ma il fascino di questa lontana luna di Saturno lascia davvero a bocca aperta. Pensate: di tutte le lune del Sistema solare, Titano è l’unica a possedere una spessa atmosfera e grandi laghi e oceani sulla sua superficie. Cosa che, va detto, a prima vista lo rende di gran lunga il corpo più simile alla nostra Terra. Anche qui l’azoto è abbondante nell’atmosfera. Manca però l’ossigeno: è quasi tutto metano quel che resta del cielo di Titano (vedi MediaINAF). Qui da noi siamo abituati a vederlo in forma gassosa, ma alle temperature proibitive raggiunte a tanta distanza dal Sole, ecco il metano raggiunge lo stato liquido e “piove” sulla superficie della luna di Saturno raccogliendosi in pozze, laghi e mari.
Vicino al polo nord della luna si trovano tre grandi bacini, circondati da decine di piccoli laghetti. Mentre nell’emisfero meridionale del satellite è stato individuato un solo lago. Da quando la sonda Cassini è arrivata dalle parti di Saturno nel 2004 sono molte le ipotesi che sono state avanzate sull’origine e la distribuzione degli idrocarburi allo stato liquido sulla superficie di Titano. Ma l’esatta composizione di questi oceani alieni è stata sempre ignorata.
Fino a ieri. Servendosi delle scansioni radar della sonda NASA/ESA/ASI Cassini raccolte durante i flyby della luna ripetuti più volte fra il 2007 e il 2015, un gruppo di ricercatori è riuscito a confermare come il Ligeia Mare, il secondo bacino per grandezza fra quelli individuati su Titano, dopo il Kraken Mare, è costituito da metano purissimo adagiato su un fondale coperto da fanghi ricchi di materiale organico.
«Credevamo di scoprire una grande distesa di etano, magari prodotta in atmosfera grazie alla pur debole radiazione solare che arriva in questo angolino del Sistema solare, invece… il Ligeia Mare è quasi interamente costituito da puro metano», spiega Alice Le Gall del Laboratoire Atmosphères, Milieux, Observations Spatiales e ricercatrice della Université Versailles Saint-Quentin, in Francia, nonché prima autrice dello studio. «Ora le spiegazioni sono due: o sul Ligeia Mare piove regolarmente metano, o c’è qualcosa che rimuove dal suo bacino la percentuale di etano che avremmo pensato di trovare. Può darsi, per esempio, che l’etano percoli nella crosta sottomarina, o che raggiunga in qualche modo il vicino Kraken Mare».
I conti non tornano, insomma. La ricerca deve continuare.