«Per non ingrassare conta non solo quanto, ma anche quando si mangia». È con suggerimenti pratici legati al ritmo circadiano, e con un cavolo in mano, che Maria Rachele Ceccarini, dottoranda in biologia molecolare e nutraceutica all’Università di Perugia, ha conquistato i voti del pubblico che affollava questa mattina, a Roma, la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, ospite della finale della quinta edizione di Famelab Italia: una sorta di talent show dove gli sfidanti hanno tre minuti esatti – e nessun ausilio se non, appunto, arredi di scena spartani come il cavolo portato da Maria Rachele – per illustrare al pubblico un concetto scientifico.
«Una storia triste e al contempo romantica», invece, è la tragedia interpretata da Lorenzo Pizzuti, novello Amleto con in mano, al posto del teschio di Yorick, un buco nero con cui dialogare. Un’interpretazione squisitamente teatrale, la sua, che a pochi giorni dal 400esimo anniversario della morte di Shakespeare ha sedotto la giuria, facendogli guadagnare il gradino più alto del podio e il biglietto per la finale internazionale, in programma a giugno a Cheltnam, nel Regno Unito.
Originario di Terni, fisico, dottorando all’Università di Trieste e associato all’Osservatorio astronomico dell’INAF di Trieste, Lorenzo è il secondo astrofisico in due anni – nel 2015 era stato Luca Perri, dell’Osservatorio astronomico di Brera – ad aggiudicarsi la finale.
I finalisti erano in tutto 14, due da ognuna delle sette città che hanno ospitato le selezioni locali, e a sedere in giuria c’erano Silvia Bonaccorsi dell’Università La Sapienza di Roma, Barbara Negri dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giovanni Spataro de Le Scienze e per la prima volta nella storia di FameLab Italia una studentessa scelta fra i tantissimi presenti in sala.
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