Per ricordare Gianni Tofani, figura di primo piano dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri scomparso nel febbraio del 2015, lunedì prossimo, 16 maggio, alle ore 16:30, si terrà una commemorazione presso la sede dell’Osservatorio stesso. Riproponiamo qui su Media INAF il testo “In ricordo dell’ing. Gianni Tofani” di Riccardo Cesaroni e Marcello Felli, entrambi astronomi all’INAF di Arcetri, e pubblicato lo scorso anno su Il Colle di Galileo.
Lo scorso febbraio [2015, ndr] è improvvisamente scomparso Gianni Tofani, una delle persone che più hanno contribuito allo sviluppo dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri. Difatti la sua vita professionale è stata indissolubilmente legata all’astronomia, nonostante la formazione come ingegnere elettronico. Fin dal suo primo contatto con l’Osservatorio all’inizio degli anni ‘60, è risultato chiaro l’interesse di Gianni per la nascente radioastronomia solare in cui l’Osservatorio muoveva i primi passi; una materia questa nella quale le sue conoscenze di tipo tecnico trovavano un’applicazione al tempo stesso naturale ed intellettualmente stimolante. Entrato prima ad Arcetri come assistente universitario, poi nel CNR come ricercatore e nel Dipartimento di Astronomia dell’Università di Firenze come professore associato, ha infine concluso la sua carriera come astronomo ordinario presso l’Osservatorio.
Nel corso degli anni Gianni ha rivestito ruoli di grande responsabilità, quali quello di direttore del CAISMI (ente predisposto alla gestione del telescopio italiano per l’infrarosso, TIRGO) e, ultimamente, di direttore dell’Istituto di Radioastronomia (Bologna). Sarebbe tuttavia fuorviante ricordare solo il contributo dato da Gianni alla gestione delle attività astronomiche senza menzionare la sua produzione di tipo sia tecnologico sia scientifico. A partire dallo sviluppo dei pionieristici radiotelescopi per l’osservazione dell’attività solare, negli anni Sessanta, fino al fondamentale contributo alla realizzazione delle antenne VLBI di Medicina e Noto e, più di recente, del Sardinia Radio Telescope (SRT). Strumenti questi che Gianni stesso ha poi utilizzato per i suoi studi di spettroscopia nel campo radio e in particolare per osservare l’emissione maser dell’acqua. Vale anche la pena menzionare i numerosi soggiorni all’estero presso osservatori radio, quali ad esempio lo Stanford Radio Telescope in California. Non ultima la sua attività di docente all’Università di Firenze del corso di Radioastronomia.
In campo scientifico le sue pubblicazioni spaziano dalla radioastronomia solare allo studio della formazione stellare nella nostra galassia, sia con osservazioni radio sia infrarosse, con un particolare interesse per le regioni di idrogeno ionizzato associate a stelle di tipo O e B. Gianni ha inoltre contribuito ad aprire nuovi filoni di ricerca come il già menzionato studio dell’emissione maser nelle regioni di formazione stellare galattiche mediante osservazioni sia con antenna singola sia interferometriche. Oltre alle ricerche personali va riconosciuto a Gianni il merito di aver creato un gruppo di ricerca nel campo della formazione stellare. È infatti in tutto il lavoro da lui svolto nel corso della sua vita che affonda le proprie radici buona parte dell’attuale attività di ricerca dell’Osservatorio di Arcetri.
Quel che però più amiamo ricordare di lui è la sua grande disponibilità e affabilità, la capacità di dialogare con tutti col suo tono pacato e la voce calma e profonda. Senza dimenticare la sua cultura umanistica e non solo scientifica. Chi lo conosceva lo ricorderà come un serio professionista e un vero signore con cui era piacevole intrattenersi anche al di fuori del lavoro.