PENALIZZATI DALL’EFFETTO SERRA

Atmosfere soffocanti, pochi i mondi abitabili

Anche fra quelli in zona d'abitabilità, i pianeti davvero abitabili potrebbero essere meno del previsto. E la colpa sarebbe delle loro atmosfere: troppo spesse, al punto da mantenere la temperatura planetaria a livelli così elevati da scoraggiare lo sviluppo di qualsiasi forma di vita. Lo studio su MNRAS

     26/05/2016
Una rappresentazione artistica del sistema planetario Kepler-444. Crediti: Tiago Campante/Peter Devine

Una rappresentazione artistica del sistema planetario Kepler-444. Crediti: Tiago Campante/Peter Devine

Siamo stanchi di vivere sulla Terra? Sarebbe bello poter partire con una futuristica astronave e trasferirci su un altro pianeta. Sarebbe bello, sì… ma impossibile, almeno per adesso. E i motivi sono svariati, non ultimo il fatto che non esiste un’astronave abbastanza potente da fare avanti e indietro tra i pianeti dei lontani sistemi solari. A questi ostacoli si aggiunge ora un dettaglio importante: i pianeti abitabili tra cui scegliere potrebbero essere meno del previsto e, soprattutto, per ora la Terra è il posto più sicuro dove vivere in tutto il cosmo (per quello che ne sappiamo oggi). Un gruppo di ricercatori ha di recente cercato di spiegare perché ci sono così pochi pianeti abitabili nei sistemi planetari extrasolari, e la colpa sarebbe delle loro atmosfere: che li proteggono, sì, ma forse anche troppo, perché mantengono la temperatura planetaria a livelli talmente elevati da scoraggiare lo sviluppo di qualsiasi forma di vita.

Su Media INAF abbiamo parlato decine di volte della zona abitabile, cioè quella zona di un sistema solare in cui l’acqua si trova allo stato liquido grazie alla giusta vicinanza/lontananza dalla stella madre. Insomma, i cosiddetti pianeti Goldilocks, quelli che si trovano in questa zona di abitabilità, potrebbero ospitare la vita e per questo gli astronomi si affannano tanto per trovarli. Ma la ricerca è più difficile del previsto, perché i candidati sono molti, ma gli effettivi pianeti abitabili sono davvero pochi.

Un recente studio si è rivolto a piccoli pianeti orbitanti molto vicino alle nane rosse, cioè stelle molto più piccole e meno luminose del Sole che costituiscono circa il 75 percento di tutte le stelle nella nostra galassia. Le scoperte degli ultimi anni hanno confermato che molte di queste stelle ospitano dei pianeti e ciò ha fatto salire esponenzialmente il numero dei mondi potenzialmente abitabili a miliardi. Ma i ricercatori dell’Imperial College London e dell’Institute for Advanced Studies di Princeton hanno rivelato che, sebbene molti di questi pianeti orbitino attorno a stelle piccole e poco luminose, alcuni di essi potrebbero essere ancora troppo caldi per essere abitabili. È possibile che alcuni di questi pianeti possano presentare condizioni simili a quelle della Terra, ma solo se hanno una massa più piccola, paragonabili quindi a Venere o a Marte.

«Precedentemente è stato ipotizzato che i pianeti con masse simili alla Terra potessero essere abitabili semplicemente perché erano nella cosiddetta zona abitabile. Tuttavia, se si considera come questi pianeti evolvono nel corso di miliardi di anni, questa ipotesi risulta non essere vera», spiega James Owen, di Princeton, primo autore dello studio.

Le spesse atmosfere che circondano molti esopianeti hanno non di rado una massa pari a circa l’uno percento della massa totale del pianeta (pensate che la nostra atmosfera, invece, non arriva neanche a un milionesimo della massa totale della Terra). Questo enorme spessore comporta che la temperatura del pianeta risulti troppo calda per mantenere l’acqua allo stato liquido (requisito fondamentale affinché si formi la vita). Per anni si è ipotizzato che i raggi X e ultravioletti provenienti dalle nane rosse avessero, però, una sorta di potere “corrosivo” tale da portare le atmosfere a evaporare nel corso di milioni anni. Beh, così non è, rivela il nuovo studio, perché i gusci densi d’idrogeno ed elio che i ricercatori hanno analizzato non riescono comunque a sfuggire alla forza gravità dei pianeti che avvolgono, mantenendoli di conseguenza impossibili da abitare. Questo vale per pianeti simili alla Terra o più massicci. Per pianeti più piccoli ci potrebbe invece essere ancora qualche speranza, visto che la forza di gravità esercitata sull’atmosfera è minore.

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