Ci risiamo. Ecco un film nuovo nuovo su Marte, con qualcuno che vive su Marte, qualcuno che poi da Marte parte e torna sulla Terra (che c’è sempre poi quello che parte). La STX Entertainment ha appena messo online il primo trailer di The Space Between Us, con il giovane Asa Butterfield (che dai tempi di “Hugo Cabret” ha fatto strada) e la piccola ma affascinante Britt Robertson, che a indossare un berretto griffato NASA deve averci preso gusto se, dopo l’avventura di Tomorrowland a fianco dell’inossidabile George Clooney (di cui abbiamo scritto anche noi di Media INAF), torna sul grande schermo nei panni di beniamina dell’esplorazione spaziale.
Sinossi. La prima missione umana destinata a colonizzare il Pianeta rosso è pronta a intraprendere la lunga rotta verso Marte. Tutto procede a meraviglia quando, appena iniziato il viaggio, un’astronauta scopre di aspettare un bambino. Morirà dando alla luce il primo essere umano nato sul quarto pianeta del Sistema solare. Ha così inizio l’eccezionale vita di Gardner Elliot, un ragazzo curioso e intelligente, che trascorre i primi 16 anni della sua esistenza avendo modo di conoscere non più di 14 persone. Quando finalmente ha la possibilità di andare sulla Terra, è ansioso di esplorare un mondo di cui ha sempre e solo potuto leggere le descrizioni, e cova il desiderio di scoprire chi sia il suo padre biologico, la cui identità è sempre rimasta nascosta. A guidarlo nel suo viaggio alla scoperta del pianeta Terra c’è Tulsa (la già citata Britt Robertson), l’unica amica che abbia mai avuto, conosciuta online quando ancora si trovava su Marte.
Whoa. Una specie di The Martian (vedi Media INAF) condito da tormenti adolescenziali e chili di romanticismo. Ma per giudicare aspettiamo di vederlo in sala. Quello che possiamo dire fin da ora, spulciando le immagini che si trovano in rete, è che The Space Between Us è il teaser perfetto della NASA che sarà. Anche più delle precedenti pellicole hollywoodiane dedicate allo Spazio profondo, il film diretto da Peter Chelsom raccoglie tutto ciò che l’Agenzia spaziale statunitense vuole essere di qui a breve.
C’è lo Space Launch System, il più potente razzo mai costruito dall’uomo e che promette di portare l’uomo su Marte. Alla NASA si guardan bene dall’indicare una qualsiasi data o finestra di lancio buona per il primo volo della navicella Orion Deep Space, ma non più tardi di sei mesi fa è spuntato un dettagliato piano di volo della Exploration Mission-1: l’obiettivo è raggiungere una distanza di 70mila chilometri oltre la Luna e rientrare, senza equipaggio. Si vedrà.
E sul grande schermo c’è anche di più: in una manciata di fotogrammi si riconosce un modulo Dragon agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale. Ce la farà la SpaceX di Elon Musk a sfornare una nuova capsula per sostituire in tutta sicurezza la cara e vecchia Soyuz?
Non dimentichiamoci le tute e le tutine. Nuovo film, nuovo stilista. Anche se la spacesuit da decollo è molto simile all’originale. Chissà se l’annosa questione dei caschi difettosi troverà soluzione. Da non perdere: Gary Oldman in versione scienziato fricchettone Nerd, stile Jet Propulsion Laboratory.
Appena accennata, ma decisamente interessante, la questione di un corpo umano che si sviluppa in condizioni microgravità, per poi crescere fino a diventare adulto in una condizione di gravità debole, come abbiamo su Marte. Fra il bombardamento di raggi cosmici attraverso la sottile atmosfera marziana, prolungato nel tempo, e gli anticorpi mai sviluppati in ambiente sterile, c’è da stare con il cuore in gola fino ai titoli di coda.