Un gruppo di planetologi ha confermato che i frammenti di opale scoperti in un meteorite rinvenuto in Antartide sono di origine spaziale. Un risultato che testimonia come i meteoriti possano avere trasportato ghiaccio d’acqua sugli asteroidi agli inizi della formazione del Sistema solare. I ricercatori, guidati da Hilary Downes, professoressa di geochimica al Birkbeck College di Londra, hanno annunciato i loro nuovi risultati all’Università di Nottingham, dove ha preso avvio oggi il Meeting nazionale di astronomia della Royal Astronomical Society (RAS).
L’opale, un minerale amorfo che sulla Terra viene estratto quasi esclusivamente in Australia per essere usato in gioielleria come pietra preziosa, è un ossido di silicio che può contenere nella sua struttura fino al 30% di acqua. Mai identificata sulla superficie di un asteroide, prima del nuovo studio ne era stata rintracciata solo una manciata di minuscoli cristalli in un meteorite proveniente da Marte.
Downes e il suo team hanno studiato approfonditamente il meteorite EET 83309, composto di regolite proveniente dalla superficie di un asteroide. Questa roccia granulosa contiene al proprio interno frammenti di molti altri tipi di meteorite, frutto di numerosi impatti sulla superficie dell’asteroide di corpi rocciosi provenienti da diverse zone del Sistema solare.
«I pezzi di opale che abbiamo trovato sono sia frammenti spezzati, sia inclusioni che sostituiscono altri minerali. Questo dimostra che l’opale si è formata prima che il meteorite venisse fatto schizzare fuori dalla superficie dell’asteroide originario e spedito nello spazio, per atterrare infine in Antartide, dove lo abbiamo trovato», commenta Downes. «Possiamo affermare che questa è un’ulteriore prova a favore della tesi secondo cui meteoriti e asteroidi possono trasportare grandi quantità di ghiaccio d’acqua. Anche se oggi ci preoccupiamo – giustamente – delle conseguenze di un eventuale impatto, miliardi di anni fa sono stati proprio gli asteroidi che hanno portato l’acqua sulla Terra, aiutandola a diventare il mondo brulicante di vita che possiamo vivere oggi».
I ricercatori sono ricorsi a diverse tecniche per analizzare l’opale e verificarne la composizione chimica, riuscendo a stabilire in modo convincente la sua origine extra-terrestre, escludendo la formazione dell’opale durante la permanenza nel ghiaccio antartico. Ad esempio, analizzando le abbondanze isotopiche (diverse forme atomiche dello stesso elemento), gli scienziati hanno stabilito che, sebbene l’opale abbia interagito in una certa misura con l’acqua presente in Antartide, gli isotopi corrispondono agli altri minerali presenti nel meteorite in esame.