Sono circa 2.500 le testate di tema tecnico o scientifico che fanno capo all’editore Elsevier, fra le quali titoli d’argomento medico dall’impact factor stellare come The Lancet o Cell. Ora ad arricchire la gamma di riviste offerte ne arriva una davvero unica: REACH Reviews in Human Space Exploration, interamente dedicata all’esplorazione umana dello spazio.
Non c’era mai stata una rivista dedicata unicamente a questo tema. REACH intende dare una visione completa di tutti gli aspetti che riguardano l’esplorazione del cosmo: dall’esplorazione robotica all’attuale sviluppo delle scienze biologiche in ambiente spaziale, anche con il fine di far comprendere quali e quante siano le tecnologie inizialmente sviluppate per l’ambito spaziale e che hanno avuto ricadute e sono entrate a far parte della nostra vita di ogni giorno.
REACH è la rivista ufficiale dell’Accademia Internazionale di Astronautica (IAA) e della Federazione Internazionale di Astronautica (IAF), e può contare su uno staff di fama. La direzione della rivista è stata affidata a Rupert Gerzer, dello Skoltech Space Center, e gli altri membri del comitato di redazione sono tutti rappresentanti di nazioni operative nel campo aerospaziale e dotate di una propria agenzia spaziale: da Jeffrey Davies della NASA a Peter Graf del German Aerospace Center (DLR), passando per il cinese Yinghui Li, dell’Agenzia spaziale cinese, e Oleg Orlov, dell’Institute of Medical and Biological Problems russo.
REACH ha infatti anche l’ambizioso obiettivo di poter essere un mezzo per educare i lettori del mondo accademico, l’industria e il governo, sensibilizzandoli sui temi di interesse a suon di risultati. Particolare attenzione sarà rivolta a diffondere e rendere fruibili anche da un pubblico non specializzato i più recenti sviluppi e le importanti e le sfide in ambito aerospaziale.
«Il volo spaziale umano ha una grande storia e un futuro ancora più luminoso. È sorprendente che, fino ad ora, non sia stata realizzata nessuna rivista interamente dedicata a questo argomento. REACH è un titolo ambizioso», spiega Gerzer a proposito della testata da lui diretta, «un titolo che dovrebbe ricordarci che dobbiamo tendere ad ampliare le possibilità dell’attività umana, fino a “raggiungere (reach, per l’appunto) le stelle”, soprattutto in questo ambito altamente simbolico, per concentrarci sulle entusiasmanti sfide che ci aspettano, e andare sempre avanti. Spero che REACH possa contribuire a questo. Lo spirito ambizioso e positivo ci aiuterà ad affrontare le sfide che ci troveremo ad affrontare in futuro».
«Siamo felici di lanciare questa rivista in collaborazione con l’Accademia Internazionale di Astronautica (IAA) e con la Federazione Astronautica Internazionale (IAF)», aggiunge Helen Habernickel, executive publisher presso Elsevier. «Il campo dell’esplorazione spaziale si basa su una rete di stretta di collaborazioni internazionali. Crediamo fortemente che REACH sosterrà il continuo scambio dei risultati della ricerca tra le nazioni e agenzie spaziali. È emozionante vedere come le nazioni continuino a fare un uso intensivo della Stazione Spaziale Internazionale e come i loro risultati siano il motore dell’innovazione e portino allo sviluppo di applicazioni per l’uso sulla Terra tutta».
«È un’iniziativa importante perché il volo umano rappresenta la spinta all’esplorazione e alla scoperta di nuovi mondi e di nuove opportunità», dice a Media INAF Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia spaziale italiana. «Le orbite degli uomini e delle donne che hanno volato e che voleranno nello spazio disegnano una trama che non è solo la nuova mappa dell’esplorazione umana oltre la Terra, ma rappresenta il nuovo DNA con cui costruire il nostro futuro».
Chi volesse approfondire e dare un’occhiata alle modalità richieste per sottoporre dei contributi può trovare tutte le informazioni sul sito della rivista. Gli articoli del primo numero della rivista – fra i quali anche uno studio di Phil Lubin di cui già avevamo dato notizia su Media INAF – sono disponibili gratuitamente online.