Trovate. Le prove di quelle piccole esplosioni supplementari che portano dritte dritte al gran finale con fuochi d’artificio di una nova: la nana bianca di dimensioni paragonabili a quelle di un pianeta, la stella ormai priva di combustibile che esplode gli ultimi botti della sua vita. Sudatissimi dati, finalmente raccolti da un gruppo di astronomi dell’Osservatorio dell’Università di Varsavia, prima prova della cosiddetta ipotesi della nova dormiente, la teoria che suggerisce un’evoluzione ciclica di questo tipo di stelle.
Era dal 2003 che gli astronomi dell’Università di Varsavia la tenevano d’occhio e V1213 Cen, conosciuta anche come Nova Centauri 2009 (anno della sua esplosione), non ha deluso le aspettative permettendo ai ricercatori di studiarne il comportamento e l’evoluzione durante le fasi finali della sua vita.
Tradizionalmente, le nove esplodono in sistemi di stelle binarie o comunque laddove due stelle orbitano attorno a un comune centro di massa. La nana bianca succhia lentamente materia alla sua compagna fino a quando l’idrogeno che va accumulandosi sulla sua superficie non porta a una grossa esplosione. A differenza delle supernova che sono sinonimo di morte stellare, le nova possono lasciare illese le stelle che le producono: succede che le esplosioni si verifichino nel disco di accrescimento della nana bianca e non sulla superficie, ma i tempi fra un’esplosione e l’altra restano comunque imprevedibili.
La serie di piccole esplosioni si verifica per la variazione della velocità di trasferimento della massa da una stella all’altra. Basta una piccola variazione per mettere in crisi il delicato equilibrio che tiene insieme questa coppia infuocata. Conoscere i dettagli di questo processo potrebbe aiutarci a prevedere le esplosioni di una nova; di certo ci sono chiare evidenze di un comportamento ciclico nell’evoluzione della nova.
Ogni volta che una di queste esplosioni ha luogo, la nova entra in “letargo” per oltre un milione di anni. Per poi accumulare materiale sufficiente a confezionare una nuova potente esplosione.
Per saperne di più:
- Leggi su Nature l’articolo “The awakening of a classical nova from hibernation“, di Przemek Mróz, Andrzej Udalski, Paweł Pietrukowicz, Michał K. Szymański, Igor Soszyński, Łukasz Wyrzykowski, Radosław Poleski, Szymon Kozłowski, Jan Skowron, Krzysztof Ulaczyk, Dorota Skowron e Michał Pawlak