L’appuntamento è domani, sabato 27 agosto 2016. Protagonista la sonda NASA Juno che, dopo aver portato a termine un viaggio avventura di cinque anni ed essersi posizionata in orbita attorno al suo obiettivo, è pronta a completare il suo primo giro attorno a Giove che fortuna vuole coincida anche con il transito più vicino della missione.
Juno sfiorerà il fitto mantello di nubi che proteggono il gigante gassoso alla quota di 4.200 chilometri e alla folle velocità di 200mila chilometri orari. È vero, ci aspettano altri 35 stretti flyby di Giove prima che il programma di missione possa dirsi completato (febbraio 2018) ma l’attesa è grande per i primi dati raccolti dall’intera suite di strumenti scientifici, tutti operativi per l’occasione.
Gli otto strumenti a bordo sono infatti stati spenti durante l’inserimento in orbita, per semplificare le operazioni di una manovra considerata critica. È arrivato il momento di rimetterli tutti in funzione ed eseguire un test prima che la missione inizi la raccolta dei dati per cui è stata concepita. Tra questi ci piace ricordare l’italianissimo JIRAM, lo Jupiter InfraRed Auroral Mapper per lo studio delle aurore e dell’atmosfera gioviana fornito dall’ASI e sviluppato con il supporto scientifico dell’INAF IAPS e di Alberto Adriani, principal investigator dello strumento. Del quale cercheremo di mostrarvi a breve, speriamo già la prossima settimana, qui su Media INAF, i dati e le immagini che avrà raccolto.
Juno sonderà la struttura profonda di Giove, la circolazione atmosferica e la fisica delle alte energie del suo ambiente magnetico e potrà così rivelare importanti indizi sulla formazione e l’evoluzione del gigante del Sistema solare, che potranno aiutarci ad avere una maggiore comprensione della nascita del nostro sistema planetario.