Il concorso della Nasa con in palio oltre 5 milioni di dollari per il migliore progetto di realizzazione di un CubeSat in grado di raggiungere l’orbita lunare, Cube Quest Challenge, vede nella terza fase delle quattro del Ground Tournament i Cislunar Explorers: un team di studenti della Cornell University, negli Stati Uniti, guidati da Mason Peck, professore associato e già funzionario Nasa.
Quello proposto dei Cislunar Explorers è una sorta di piccolo chimico in viaggio verso la Luna all’interno di un satellite non più grande di una scatola di cereali. In realtà i loro CubeSat sono due, a forma di ‘elle’: una volta in orbita si divideranno lungo il percorso.
La novità? Si procureranno l’idrogeno e l’ossigeno – i combustibili per il sistema di propulsione, che verrà azionato per brevissime spinte a distanza di mezz’ora o un’ora l’una dall’altra – direttamente dall’acqua, tramite un processo di elettrolisi alimentato a energia solare. L’obiettivo è far giungere il CubeSat nella sfera della forza gravitazionale lunare. Solo allora rallenterà la sua corsa stabilizzandosi a circa 10 mila chilometri dalla superficie del nostro satellite. Se la propulsione ad acqua è il cuore della missione dei Cislunar Explorers, altro importante obiettivo è quello di collaudare un sistema di navigazione ottico. Le camere di bordo, stando al progetto, scatteranno in continuazione fotografie del Sole, della Terra e della stessa Luna. Confrontando le dimensioni apparenti e le posizioni dei tre corpi celesti con le effemeridi, i nanosatelliti dovrebbero riuscire a mantenere la rotta. Proprio come facevano i navigatori d’una volta.