PER ROSETTA IL GRAN FINALE È A FINE MESE

Cassini: tuffo spaziale nel Signore degli Anelli

La sonda di NASA/ESA/ASI lanciata il 15 ottobre 1997 per studiare Saturno e le sue lune si sta preparando a concludere il suo lungo viaggio il 15 settembre 2017. Durante le ultime e rischiose fasi, invierà dati unici e irripetibili sugli anelli, sul pianeta e sulla sua atmosfera

     16/09/2016
Rappresentazione artistica di Satruno con la sonda Cassini (NASA/ESA/ASI)

Rappresentazione artistica di Satruno con la sonda Cassini (NASA/ESA/ASI)

L’estate sta per finire? Beh, nello spazio il periodo dei tuffi non è neanche cominciato. La fine di settembre (del 2016 e del 2017) sarà un periodo di addii per due missioni che abbiamo imparato ad amare negli ultimi anni. Rosetta e Cassini si preparano, infatti, al gran finale. Il prossimo 30 settembre la sonda Rosetta dell’ESA affronterà la manovra più importante nonché la più rischiosa dell’intera missione (anche se di momenti mozzafiato ce ne sono stati già parecchi durante questi anni): orbitare sempre più vicino fino a toccare la superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. E anche per Cassini (la sonda di NASA/ESA/ASI) si avvicina il momento forse più atteso di questa lunga missione (lanciata nel 1997 ed entrata in orbita attorno a Saturno il primo luglio 2004): nel settembre 2017 la navicella (in cui l’Italia gioca un importante ruolo scientifico) si getterà – letteralmente – tra gli anelli di Saturno per gli studi finali per poi “immolarsi” nell’atmosfera del pianeta che la distruggerà.

Dopo 12 anni passati a studiare il sesto pianeta del Sistema solare (le sue lune e i suoi affascinanti anelli), Cassini sta per terminare il suo epico viaggio e si prepara all’anno decisivo della missione. In questi anni, la sonda ha raccolto circa 600 giga di dati, scoperto 10 lune, inviato circa 380 mila immagini, e ha percorso 2,2 miliardi di miglia dal suo arrivo nel 2004.

Il prossimo 30 novembre, Cassini arriverà oltre il bordo esterno degli anelli principali del pianeta. Proprio qui compirà una serie di 20 orbite, chiamate orbite F-ring, con le quali si avvicinerà fino ad arrivare a 7.800 chilometri dal centro dell’anello F. L’ultima volta che la sonda è stata così vicina agli anelli è stata nel 2004. Tra il 2016 e il 2017, Cassini e i ricercatori avranno l’opportunità di studiare come mai prima le diverse strutture degli anelli con una risoluzione estremamente elevata.

La missione Cassini negli ultimi 12 anni. Crediti: NASA/ Jet Propulsion Laboratory-Caltech

La missione Cassini negli ultimi 12 anni. Crediti: NASA/ Jet Propulsion Laboratory-Caltech

Verso i primi giorni di aprile 2017 inizierà quello che i tecnici hanno chiamato – appunto – il Gran Finale. Cassini effettuerà l’ennesimo flyby (volo ravvicinato) su Titano per modellare adeguatamente la sua orbita (la luna fungerà ancora una volta da fionda gravitazionale): l’obiettivo è quello di passare nello spazio tra Saturno e gli anelli più interni (una zona larga 2400 chilometri in realtà ancora inesplorata) ed effettuare 22 “immersioni” cercando di raccogliere più dati possibili. Avvicinandosi fino a 64 mila chilometri dal centro del pianeta, i ricercatori sperano di ottenere informazioni accurate sul campo magnetico e gravitazionale del “Signore degli Anelli”, inviando a casa vedute senza precedenti dell’atmosfera saturniana. Altri dati da raccogliere riguardano l’interno del pianeta, così come la massa degli anelli e la loro età. Ma si cercherà di precisare anche quanto duri un giorno su Saturno. Tutte analisi che possono essere effettuate solo da così vicino.

Linda Spilker, a capo del progetto Cassini per il Jet Propulsion Laboratory, ha detto che «si tratta di una nuova missione» dal valore scientifico inestimabile.

Il Gran Finale si concluderà il 15 settembre 2017, quando la sonda Cassini effettuerà l’ultimo, rischioso e storico tuffo nell’atmosfera di Saturno restituendoci in cambio dati circa la composizione chimica del pianeta fino a quando perderemo il segnale. Si tratta, infatti, di una missione di non ritorno: l’attrito con l’atmosfera brucerà e distruggerà il veicolo spaziale.

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