Osiris (Optical, Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System), un nome evocativo per lo strumento che ha realizzato tanti dei magnifici scatti che abbiamo potuto ammirare della cometa 67P. È la doppia camera, grandangolare e ad angolo stretto in dotazione alla sonda Rosetta, alla cui progettazione ha contribuito l’Università di Padova attraverso il CISAS. Si poserà fra poco sul suolo della sua ‘modella’ preferita, lo stesso suolo sul quale ha scattato le foto della discesa di Philae e del quale negli ultimi due anni ci ha mandato ogni giorno immagini incredibili, immagini che contribuiranno come poche altre alla nostra comprensione dell’Universo. Le ultime sono di questa mattina e immortalano la cometa 67P da una distanza compresa fra 16 e 1.2 km, scattate da Osiris nella discesa finale verso il suolo della cometa.
Sui blog dell’ESA nei giorni passati abbiamo potuto leggere i dietro le quinte su quanto accaduto ai team di ricerca dei vari strumenti nel corso della missione, e non poteva certo mancare il team di Osiris. Un team enorme, circa 100 persone, che nei momenti di progettazione dello strumento sono arrivate a 300. Dal suo risveglio, dopo l’ibernazione, Osiris ha scattato oltre 76.000 immagini – come ricorda il responsabile di Osiris Holger Sierks – la maggior parte delle quali della cometa, che ci hanno permesso di vedere come mai prima il suolo e le polveri di questo affascinante oggetto. Dall’inizio della missione le foto scattate sono oltre 98.000, e oltre 22.000 le ore di operatività.
Abbiamo sentito per un commento Gabriele Cremonese, dell’INAF Osservatorio Astronomico di Padova.
«I numeri che riporta Sierks danno un’idea di quanto lavoro ha svolto questo strumento con rarissimi momenti di difficoltà tecniche, ma non possono descrivere l’incredibile entusiasmo di tutto il team nel vedere le prime immagini. Ho riflettuto che nel team di OSIRIS ci sono almeno 5 generazioni di scienziati che in questi due anni hanno lavorato sui dati, ma nell’estate del 2014 sembravamo tutti dei bambini che vedevamo per la prima volta, qualcosa di incredibile».
«Le prime immagini», continua Cremonese, «mostravano subito la forma molto strana del nucleo, e nelle decine di mail quotidiane in molti cercavamo di trovare delle analogie. Il nucleo della cometa sembrava uno stivale o una papera e ci fu un collega che fece girare una foto con un mouse con sopra una prugna dicendo che era proprio così. Da oggi saremo tutti molto tristi perché non avremo più nuove entusiasmanti immagini da commentare. E’ stata comunque una splendida avventura».
Già, una splendida avventura, un viaggio lunghissimo nello spazio verso l’ignoto passato a scattare immagini e che permetterà agli scienziati di lavorare ancora per anni grazie ‘all’album di famiglia con cometa’ realizzato da Osiris.
Qui di seguito, sei scatti di Osiris a distanze comprese fra 16 km e 1.2 km:
Per saperne di più, ecco tutti gli articoli e le interviste dello “Speciale Rosetta” di Media INAF:
- Rosetta, l’orbiter che divenne lander (articolo)
- La versione di Osiris (articolo)
- Rosetta, le emozioni degli ultimi minuti (articolo)
- La cometa in 6650 particelle (articolo)
- VIRTIS dietro le quinte (articolo)
- Rosetta si prepara al gran finale (intervista video su YouTube a Fabrizio Capaccioni)
- Rosetta: conto alla rovescia (intervista video su YouTube ad Andrea Accomazzo)
- La preziosa polvere di GIADA (intervista video su YouTube ad Alessandra Rotundi)
- Intervista a Matt Taylor (Facebook Live)
- Intervista a Fabrizio Capaccioni (Facebook Live)
- Intervista ad Alessandra Migliorini (Facebook Live)