Mancano una manciata di minuti al gran finale di Rosetta e qui a Darmstadt, alla sede dell’Agenzia Spaziale Europea, si respira un’aria di tristezza ed eccitazione. La sonda spaziale che, insieme al suo lander Philae, ha entusiasmato scienziati e appassionati di tutto il mondo scrive oggi l’ultimo capitolo del suo incredibile viaggio.
Quasi otto miliardi i chilometri macinati e un numero incredibile di record sbaragliati: la prima sonda a inseguire una cometa lungo la sua traiettoria, la prima ad inserirsi in orbita attorno a un nucleo cometario, la prima a far scendere un lander sulla superficie di una cometa e ad analizzare da vicino le trasformazioni subite dal nucleo in prossimità del Sole.
«Viviamo emozioni contrastanti», racconta Matt Taylor, project scientist di Rosetta. «Perché ci sono persone che hanno investito tutta la loro vita lavorando a questa missione, e tra poco ci sarà la fine delle operazioni. Tuttavia, dal punto di vista scientifico abbiamo appena iniziato ad analizzare i dati, quindi siamo anche entusiasti dei risultati che abbiamo ottenuto, dell’eredità che ci lascia la missione Rosetta, di cui vedremo i frutti per decine di anni. Ci saranno generazioni di scienziati che potranno sfruttare questi dati e lavorarci, quindi direi che tra la felicità e la tristezza prevale la felicità, perché abbiamo realizzato davvero qualcosa di grande».
«Siamo certamente molto tristi», dice Paolo Ferri, a capo del dipartimento delle operazioni di missione dell’ESA. «Sono stato in sala controllo poco fa e gli animi non erano dei migliori. Razionalmente lo sappiamo che la fine della missione arriverà, ci prepariamo sempre a questi momenti, ma separarsi sarà dura. Il pensiero che ci solleva è che avremo ancora molti anni per lavorare con i dati raccolti da Rosetta, ma sappiamo che non avremo mai più momenti come questo».
«Ma Rosetta non finisce qui», continua Ferri, «abbiamo davanti molti anni di analisi dei dati raccolti in questi due anni abbondanti di attività attorno alla cometa 67P».
«Penso che questa missione abbia innanzi tutto attratto le persone verso la scienza», aggiunge Taylor, «che ci abbia permesso di compiere enormi passi avanti in ciò che sappiamo delle comete e del Sistema solare, fino al punto che gli scienziati che lavorano ad altre missioni spaziali guardavano a Rosetta per controllare che i suoi risultati fossero coerenti con ciò che vediamo da Terra. Sono quindi convinto che l’impatto dei dati raccolti da Rosetta abbia superato di gran lunga le aspettative, e sarà sicuramente di ispirazione per le missioni del futuro nel campo dell’esplorazione spaziale».
Per saperne di più, ecco tutti gli articoli e le interviste dello “Speciale Rosetta” di Media INAF:
- Rosetta, l’orbiter che divenne lander (articolo)
- La versione di Osiris (articolo)
- Rosetta, le emozioni degli ultimi minuti (articolo)
- La cometa in 6650 particelle (articolo)
- VIRTIS dietro le quinte (articolo)
- Rosetta si prepara al gran finale (intervista video su YouTube a Fabrizio Capaccioni)
- Rosetta: conto alla rovescia (intervista video su YouTube ad Andrea Accomazzo)
- La preziosa polvere di GIADA (intervista video su YouTube ad Alessandra Rotundi)
- Intervista a Matt Taylor (Facebook Live)
- Intervista a Fabrizio Capaccioni (Facebook Live)
- Intervista ad Alessandra Migliorini (Facebook Live)