Nuovi aggiornamenti su Exomars, missione congiunta dell’Agenzia Spaziale Europea e di quella russa Roscosmos, arrivano direttamente dal centro di controllo dell’ESA a Darmstadt, in Germania. Nella conferenza stampa tenutasi questa mattina Andrea Accomazzo, responsabile della Divisione per le missioni nel Sistema solare e Planetarie dell’ESA ha raccontato cosa è avvenuto nei “sei minuti di terrore”, ovvero l’ultima fase della discesa su Marte del modulo Schiaparelli, che ospita al suo interno anche lo strumento DREAMS. In realtà, il racconto di Accomazzo si è interrotto un po’ prima, ovvero attorno ai 5 minuti dall’ingresso nell’atmosfera marziana del lander, quando la capsula ha smesso di trasmettere dati sul suo avvicinamento al Pianeta rosso.
Fino a quel momento tutto ha funzionato come da previsioni: il rallentamento di Schiaparelli e l’efficace protezione garantita dallo scudo termico, poi il suo perfetto distacco e l’apertura del paracadute. Da qui Accomazzo segnala come le informazioni ricevute hanno cominciato a discostarsi da quelle attese e che ci vorrà altro tempo per capire cosa sia effettivamente successo nell’ultimo tratto di discesa. E’ sempre Accomazzo a dare qualche ulteriore indizio tecnico sulla discesa: i retrorazzi, che dovevano garantire l’atterraggio morbido di Schiaparelli, si sono accesi per 3 secondi invece dei trenta previsti, mentre le comunicazioni con il modulo di discesa si sono interrotte circa 50 secondi prima del previsto ammartaggio. Quello che però è certo è che tutte le informazioni sulla discesa fino a quel momento sono state raccolte e rappresentano un prezioso bagaglio di informazioni per la “fase B” del programma Exomars, ovvero la prossima missione prevista in partenza per il 2020. Missione che vedrà l’arrivo su Marte di un Rover in grado di realizzare accurate analisi del terreno del Pianeta rosso, alla ricerca di possibili tracce di vita, presenti o passate, anche grazie alla trivella di cui sarà dotato.
Ottime notizie arrivano invece da TGO (Trace Gas Orbiter), ovvero il modulo di ExoMars che ieri sera si è inserito correttamente in orbita marziana e che i responsabile dell’ESA hanno confermato essere perfettamente funzionante in tutte le sue componenti, sia quelle preposte al suo controllo che agli strumenti scientifici di bordo. L’Istituto Nazionale di Astrofisica ha importanti partecipazioni su due di essi, ovvero NOMAD e CaSSIS. Leggi l’articolo con le interviste ai due co-principal investigator, ovvero Giancarlo Bellucci e Gabriele Cremonese, entrambi dell’INAF.