Marte non è solo roba da rover. Mentre si analizzano i dati dell’ammartaggio di Schiaparelli per capire cosa sia andato storto nei famosi 6 minuti di terrore, non dimentichiamo che lo studio di Marte si svolge anche dall’orbita. Grazie al TGO, la sonda dell’ESA che ha rilasciato Schiaparelli e che ci sorprenderà sicuramente a breve con dati e immagini. Ma anche grazie alle molte missioni che al momento sono intorno al pianeta rosso e ne osservano la superficie. Da diverse altitudini, da diverse angolazioni e da diverse lunghezze d’onda.
Una di queste è MAVEN, la missione NASA Mars Atmosphere and Volatile Evolution, che ha recentemente pubblicato un video spettacolare, realizzato nella luce ultravioletta, di come l’atmosfera di Marte evolva al passare dei giorni. I dati sono stati presentati recentemente al meeting DPS/EPSC da Nick Schneider, dell’Università del Colorado. Al centro della ricerca, i nuovi dati ad alta risoluzione dello strumento IUVS, l’Imaging UltraViolet Spectrograph.
Nel video rilasciato dal team di queste osservazioni, la prima cosa che salta agli occhi è quanto Marte ricordi la Terra. Basta fissare uno dei quattro enormi vulcani visibili sulla superficie del pianeta per rendersene conto: MAVEN ha catturato la nascita delle nuvole nel corso dei pomeriggi marziani sulla cima di queste altissime montagne. In modo del tutto analogo a quanto succede sulle catene montuose terrestri. Il risultato non è solo emozionante, ma anche denso di contenuto scientifico: le nuvole sono fondamentali per capire il bilancio energetico del pianeta e questo video sarà la base per capire i cambiamenti stagionali e giornalieri dell’atmosfera del pianeta.
Ma i risultati non finiscono qui: l’ultravioletto fornisce molte informazioni aggiuntive dal punto di vista scientifico. Per esempio per la notte marziana, la parte del globo non illuminata dalla luce solare. In questa zona è ben visibile il nightglow, il bagliore notturno, un fenomeno per cui, anche in totale assenza di luce solare, il cielo emette una leggera luminosità.
Questo succede su Marte nell’ultravioletto a causa di fenomeni chimici che iniziano durante la giornata, quando l’atmosfera è esposta alla luce del sole. L’emissione solare infatti rompe le molecole che compongono l’atmosfera e gli atomi risultanti, tra cui troviamo ossigeno e azoto, vengono trasportati dai venti in quota. Quando queste particelle arrivano nella zona notturna del pianeta, i venti trasportano le particelle ad altitudini più basse e gli atomi di ossigeno e azoto trovano la condizione migliore per ricombinarsi, emettendo della luce nell’ultravioletto durante il processo. Osservare il bagliore notturno su Marte permette, quindi, di avere chiare indicazioni di come circolino i venti sul pianeta. E di come evolva il pianeta al passare delle stagioni.
Guarda il video realizzato dall’Università del Colorado: