Dall’Australia al Sudafrica, un viaggio tra arte e scienza. La mostra intitolata Shared Sky sarà aperta al pubblico dal 27 ottobre al 6 novembre presso la Sala della Grida nel Palazzo della Borsa di Genova nell’ambito della 14esima edizione del Festival della Scienza. Shared Sky nasce dall’idea di riunire artisti aborigeni della tribù Yamaji e artisti sudafricani discendenti dalla tribù /Xam in una mostra collaborativa che celebra l’antica saggezza del cielo notturno vista con gli occhi dell’uomo. Questa visione incorpora lo spirito di interazione internazionale, scientifica e ingegneristica del progetto Square Kilometre Array (SKA), che unisce diversi Paesi in tutto il mondo con lo scopo di costruire quello che sarà il più grande network di radiotelescopi del mondo tra Sudafrica e Australia. L’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che rappresenta l’Italia nel progetto della costruzione di SKA ha scelto di portare in Italia questa mostra che verrà inaugurata il 27 ottobre alle ore 18, con una lectio magistralis di Steven Tingay, direttore dell’Istituto di Radioastronomia (IRA) di Bologna nonché da anni impegnato nel progetto SKA.
“In un mondo in così rapido cambiamento e sempre più guidato dalla tecnologia, è importante per gli scienziati – ora più che in passato – approcciarsi al pubblico spiegando non solo le diverse scoperte, ma soprattutto il significato e lo scopo della ricerca scientifica. La maggior parte delle attività di divulgazione è studiata per attrarre gli appassionati di scienza. Come possiamo, quindi, raggiungere il resto della popolazione che magari non ha familiarità con il linguaggio scientifico? La chiave è usare approcci e punti di vista diversi. La mostra d’arte Shared Sky è un perfetto esempio, perché combina scienza, arte e un approccio interculturale per comunicare la scienza”, ha detto Tingay.
Il filo conduttore della mostra è la connessione tra arte e scienza, tra antico e moderno. Le opere (14 acrilici su tela e 6 arazzi) sono state realizzate da artisti delle popolazioni native dei luoghi dove sorgerà SKA, per mostrarci come il cielo notturno sia eredità di ogni uomo e come la ricerca della conoscenza scientifica proceda mano nella mano con la cultura antica. Shared Sky si è proposta come un’occasione senza precedenti per incontrarsi e per riflettere sulle innumerevoli generazioni che hanno custodito un tesoro artistico inestimabile. Attraverso la mostra (che sta girando il mondo), le loro visioni del cosmo e i miti sulla creazione si riuniranno per celebrare il nostro patrimonio comune, ora osservato dagli astronomi: un cielo condiviso da tutti. Shared Sky esplora come questa sofisticata comprensione della meccanica celeste torna nel lavoro di artisti che condividono le loro intuizioni con gli scienziati, i quali cercano di svelare i segreti dell’Universo.
“Magari non tutti i visitatori del Festival della Scienza sono appassionati di astrofisica, ma molti (dai bambini ai nonni, passando per gli studenti) sono interessati all’arte, alla cultura e alla storia, ai segni (tema di questa edizione del festival genovese, appunto) lasciati dall’uomo sulla Terra. Credo fortemente che Shared Sky possa essere d’esempio a molti divulgatori per attirare sempre più persone verso il mondo scientifico dimostrando che non si tratta solo di fredda tecnologia, ma del nostro passato e del nostro futuro”, ha concluso Tingay.
Per saperne di più:
Visita la pagina dedicata alla mostra Shared Sky