TMT ALL’ARCIPELAGO DEGLI ASTRONOMI

Un americano alle Canarie?

Non toccate il sacro monte Manua Kea! Il tribunale hawaiano si pronuncia contro la costruzione del Thirty Meter Telescope ma gli Stati Uniti hanno pronto un piano B. Le isole Canarie potrebbero presto ospitare il cantiere del telescopio gigante americano. Il commento di Emilio Molinari, direttore del Telescopio Nazionale Galileo dell'INAF a La Palma

     04/11/2016
Un rendering di quello che sarà Thirty Meter Telescope, il telescopio USA da 30 metri.

Un rendering di quello che sarà Thirty Meter Telescope, il telescopio USA da 30 metri.

Non scatenate l’ira degli dei. Ne sanno qualcosa gli Stati Uniti d’America, protagonisti di una vicenda giudiziaria decisamente curiosa: a seguito delle numerose proteste, la Corte Suprema delle Isole Hawaii ha deciso di fermare il cantiere del Thirty Meter Telescope (TMT), telescopio gigante con un’invidiabile ottica dal diametro di 30 metri. Il luogo prescelto dagli scienziati sarebbe un centro spirituale meritevole di speciali protezioni culturali.

Ma se la montagna sacra agli hawaiani è impraticabile, gli statunitensi hanno già pronto un piano di riserva. A ospitare il telescopio gigante potrebbero essere le Isole Canarie, ormai candidate a diventare un arcipelago per soli astronomi.

«Sarebbe una notizia straordinaria e potenzialmente sconvolgente per le Canarie. In senso positivo naturalmente: l’arcipelago si candida a diventare una sorta di oasi astronomica dove si fa scienza d’eccellenza», commenta a Media INAF Emilio Molinari, direttore del Telescopio Nazionale Galileo (TNG) a La Palma.

La direzione scientifica del TMT, in attesa di una pronuncia definitiva da parte della magistratura, ha esaminato tutte le possibili alternative: Cile, Messico, Cina. Ma sarebbe proprio la cara e vecchia Europa la location migliore per aprire un cantiere ex novo. Così, mentre l’Italia già sogna l’America dello European-Extremely Large Telescope – il mega telescopio dal diametro di 39 metri per la cui costruzione le aziende italiane hanno vinto una commessa per 400 milioni di euro – gli USA sondano il terreno per una base astronomica alle Canarie.

«Sono stati fatti tutti i sopralluoghi, e se le Hawaii non decidono di ritrattare TMT potrebbe diventare il nuovo vicino di casa del Gran Telescopio CANARIAS (GTC) di La Palma, oggi il più grande strumento ottico e infrarosso al mondo», spiega Molinari, per niente intimorito dall’arrivo di un colosso 100 volte più grande del telescopio italiano. «Noi del TNG stiamo tranquilli, abbiamo davanti altri 10-15 anni di caccia spietata all’esopianeta. Anzi, a dirla tutta ci sarebbe bisogno di qualche “fratello” del TNG con cui spartire il carico di lavoro», scherza parlando del prezioso lavoro di studio sui pianeti extrasolari che il telescopio italiano sta facendo grazie allo strumento HARPS-N.

Per una decisione definitiva da parte degli statunitensi bisognerà aspettare il 2017. Intanto l’inaugurazione del TMT slitta al 2025. L’investimento previsto è pari a un miliardo e 400 milioni di dollari, con la prospettiva di un’attività scientifica da sviluppare nel corso dei prossimi 65 anni.

«Gli Stati Uniti stanno cercando di mettere pressione al governo delle Hawaii. Si parla di cifre importanti che possono trasformare l’economia di un’isola. Se la scelta dovesse ricadere su La Palma, sarebbe una grande occasione per il territorio. Mettiamola così: noi non abbiamo a che fare con il divino. Gli oppositori al progetto sono molto più terrestri», chiosa Molinari.