Da oggi il GPS, il sistema di geolocalizzazione satellitare gestito dal Dipartimento della Difesa statunitense, ha un concorrente globale in più oltre al russo GLONASS. Il 15 dicembre 2016 è infatti la data in cui il sistema europeo di navigazione da satellite Galileo comincia ufficialmente a offrire i primi servizi per il posizionamento, la navigazione e la misurazione del tempo a livello globale. Galileo è pienamente interoperabile con il sistema GPS, ma assicurerà agli utenti finali un posizionamento più accurato e affidabile.
«Galileo migliorerà del 1000 per cento la precisione della geolocalizzazione», afferma Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione Europea, «e sarà alla base della prossima generazione di tecnologie basate sulla localizzazione, come le automobili autonome, i dispositivi connessi o i servizi urbani intelligenti».
Perché il sistema Galileo arrivi al pieno delle sue potenzialità, bisognerà aspettare ancora qualche anno. Attualmente la costellazione Galileo è costituita da 18 satelliti, tutti già in orbita, mentre la schiera definitiva, da completare entro il 2020, prevede un totale di 30 satelliti, di cui 24 necessari alla copertura globale del pianeta. A quella data, Galileo potrà fornire, tra l’altro, servizi commerciali a pagamento che prevedono una localizzazione con precisione dell’ordine di qualche metro, o inferiore se coadiuvata da stazioni a terra. «Il GPS permette ad un treno di sapere in quale area si trovi, Galileo consentirà di identificare su quale binario sia», sintetizza Jean-Yves Le Gall, presidente dell’agenzia spaziale francese CNES.
Ma già da oggi Galileo comincerà a fornire una serie di servizi gratuiti a chi dispone di un ricevitore adeguato: il servizio aperto (Open Service, OS), il servizio di ricerca e salvataggio (Search and Rescue, SAR), il servizio pubblico regolamentato (Public Regulated Service, PRS). Questi segnali saranno estremamente precisi, ma non sempre disponibili. Per questo, durante la fase iniziale, i segnali di Galileo saranno utilizzati in abbinamento ad altri sistemi di navigazione satellitare, quale appunto il GPS.
Il servizio aperto di Galileo offrirà gratuitamente segnali, più accurati rispetto al GPS, per il posizionamento, la navigazione e la misurazione del tempo, utilizzabili da chipset compatibili con Galileo negli smartphone o nei navigatori per auto (vedi il sito dedicato www.useGalileo.eu, prossimamente anche in italiano). Alcuni di questi smartphone, come lo Huawei Mate9, sono già disponibili sul mercato. Entro il 2018, sottolinea la Commissione Europea, Galileo sarà anche disponibile in ogni nuovo modello di veicolo venduto in Europa e fornirà servizi di navigazione potenziati a una serie di dispositivi, consentendo inoltre l’uso del sistema di chiamata di emergenza eCall.
Con il servizio di ricerca e salvataggio, una persona che invia una chiamata di emergenza da un radiofaro compatibile con Galileo potrà essere individuata e soccorsa più rapidamente di quanto succede ora. Le segnalazioni saranno localizzate in modo molto preciso, con un margine di pochi metri, mentre attualmente lo scarto può arrivare fino a cinque chilometri nelle aree più remote.
Infine, il servizio pubblico regolamentato fornisce informazioni sulla posizione e sul tempo solo ad alcune autorità pubbliche che hanno bisogno di elevati livelli di affidabilità e di continuità dei segnali, come i servizi di soccorso e di protezione civile, di aiuto umanitario, i funzionari delle dogane e la polizia. Un servizio erogato anche quando il servizio aperto è disattivato (ad esempio se è utilizzato durante un attacco terroristico) o è sotto attacco elettronico (spoofing – inoltro di ordini ingannevoli, jamming – perturbazione dei segnali).
Uno dei due centri di controllo di Galileo si trova in Italia, sull’altopiano del Fucino, in Abruzzo. L’altro è in Germania, e le due strutture sono state progettate in maniera ridondante per funzionare in parallelo con diverse funzioni ma, in caso di necessità, anche in piena autonomia.