Una tra le interazioni di maggior interesse nel nostro Sistema solare è quella tra Plutone e la sua luna, Caronte, grande quasi la metà del pianeta nano e molto vicina ad esso: la loro distanza media è infatti di ‘soli’ 19.570 km. Fra tutti i satelliti naturali del Sistema solare Caronte è il più grande rispetto al pianeta di appartenenza. Per avere un’idea delle proporzioni è come se la nostra Luna si trovasse tre volte più vicina alla Terra e fosse grande più o meno il doppio delle sue dimensioni. Nel cielo di Plutone Caronte ha un diametro angolare maggiore di 10 volte rispetto a quello della Luna vista dalla Terra e mostra sempre la stessa faccia (proprio come la Luna alla Terra), inoltre resta sempre fisso nel cielo, perché il satellite è sia in rotazione sincrona che in un’orbita sincrona con Plutone.
Maggiori informazioni su questo sistema e la sua interazione, in particolare su come questo rapporto influisca sulla perdita di atmosfera causata al pianeta nano dal vento solare, vengono ora fornite da un nuovo studio al riguardo, condotto da un team di ricercatori del Georgia Institute of Technology. I dati indicherebbero che quando Caronte si trova posizionato tra il Sole e Plutone la sua presenza contribuisce a ridurre in modo significativo la perdita di atmosfera del pianeta. La ricerca è stata pubblicata su uno speciale della rivista Icarus dedicato proprio a Plutone.
In pratica Caronte agirebbe come un vero e proprio ‘scudo’ quando si trova nella traiettoria tra Plutone e il Sole, rallentando il deterioramento dell’atmosfera plutoniana. Tale effetto scudo sarebbe assai minore quando la luna si trovi invece posizionata vicino o dietro al pianeta rispetto alla nostra stella madre. Effetto di questa interazione è che Plutone conserva molti elementi volatili che il vento solare ha spazzato via dai pianeti più interni.
I risultati delle simulazioni fatte dal team del Georgia Institute of Technology sono state eseguite prima che la sonda NASA New Horizons inviasse a Terra i dati raccolti, e si sono dimostrate coerenti con le misure effettuate dalla sonda sul tasso di perdita atmosferica di Plutone. Stime precedenti a questo studio avevano indicato un tasso di perdita 100 volte superiore a quello effettivo.
Nonostante la sua grande distanza dal Sole anche Plutone sta lentamente perdendo la propria atmosfera, ma conoscere con precisione quale sia questo ‘tasso di perdita’ può fornirci informazioni preziose, permettendoci di stabilire quanta ne avesse all’inizio della sua storia e come apparisse il nostro Sistema Solare ai suoi albori.
Un altro passo, insomma, nel cammino di comprensione dell’origine e dello sviluppo del nostro vicino Universo.
Per saperne di più:
Leggi su Icarus l’articolo “Pluto–Charon solar wind interaction dynamics” di J.P.M. Hale e C.S. Paty.