Un nuovo meteorite per Curiosity? Sarebbe il terzo ritrovamento in oltre quattro anni di servizio del rover NASA che, dal giorno del suo arrivo su Marte, ha esplorato una quindicina di chilometri di landa marziana guardandosi attorno attentamente e mettendo insieme un album fotografico del Pianeta rosso davvero invidiabile. Ed è proprio di uno degli stupendi scatti di Curiosity che si discute online. A lanciare la bomba Bob King di Universe Today, a cui non è passato inosservato il tozzo frammento metallico al centro di una delle immagini raccolte dal rover lo scorso 12 gennaio e rese pubbliche dall’Agenzia spaziale statunitense.
La notizia non è ancora stata confermata. Certo è che l’oggetto di colore grigio al centro dello scatto, con i suoi riflessi metallici e le forme irregolari di una roccia che abbia subito un breve quando rovente passaggio attraverso l’atmosfera marziana, è in tutto e per tutto confrontabile ai frammenti meteorici scoperti in precedenza dai rover NASA Curiosity e Opportunity.
E a guardare meglio la fotografia (cliccare sull’immagine per ingrandirla) non si possono non notare tre spot luminosi allineati, forse la firma del laser montato su Curiosity e che il rover utilizza ricavare una prima analisi spettrografica dei materiali di interesse vaporizzando la superficie del reperto in oggetto.
A giudicare dal colore grigio scuro e lucido, l’ipotetico meteorite potrebbe rappresentare l’ennesimo (l’ottavo, a voler essere precisi) reperto di ferro e nichel in cui NASA ha inciampato nella sua esplorazione robotica della superficie marziana. Una coincidenza più unica che rara, se teniamo in considerazione il fatto che le meteoriti di composizione ferrosa rappresentano appena l’uno per cento di quelle ritrovate sulla Terra, contro una stragrande maggioranza di reperti costituiti da condriti.
Ci aspetteremmo di trovare frammenti simili a quello che vediamo in foto a breve distanza da un evento di precipitazione meteorica. L’acqua, gli agenti atmosferici e l’abbondanza di ossigeno lo eroderebbero in breve tempo. Ma chi può dire come funzionino le cose su Marte! Il misterioso sasso scuro potrebbe essere stato lucidato e smussato dal succedersi delle forti tempeste di sabbia che il Pianeta rosso conosce anche troppo bene.
Insomma: le ipotesi restano tutte aperte.
Nel frattempo Curiosity prosegue la sua esplorazione del monte Sharp. In cerca di nuovi indizi che permettano agli scienziati di ricostruire la storia climatica di una terra un tempo bagnata dalle acque e forse adatta a ospitare vita allo stadio microbico e che nei millenni ha finito per trasformarsi in un arido deserto battuto dal vento gelido con cui si mostra agli occhi elettronici con cui lo esploriamo.
Le crepe nel terreno ben visibili nelle ultime immagini raccolte dal rover (vedi immagine qui sopra), sono costituite da fango essiccato? Curiosity, perché non parli?