Alle proteste e agli appelli che si stanno levando, anche dal mondo scientifico, contro la stretta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull’immigrazione, si aggiunge oggi la risposta ufficiale della Royal Astronomical Society. Ecco una traduzione in italiano del testo diramato questa mattina dalla società scientifica del Regno Unito.
«La Royal Astronomical Society (Ras) è molto preoccupata per il decreto esecutivo annunciato la scorsa settimana dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che impedisce l’ingresso negli Stati Uniti alle persone provenienti da sette paesi del Medio Oriente e dell’Africa.
In quanto organizzazione scientifica internazionale, la Ras riconosce e sostiene appieno la necessità degli astronomi, degli scienziati spaziali e dei geofisici da noi rappresentati di viaggiare per il proprio lavoro. Il divieto è un ostacolo ai ricercatori che vogliano condividere la propria attività con i loro pari, un principio basilare della ricerca scientifica. Ha già colpito gli scienziati che lavorano negli Stati Uniti e coloro che hanno in programma d’andarci, comprese persone con sede nel Regno Unito. Le restrizioni minacciano di danneggiare la collaborazione tra gli Stati Uniti e i paesi del resto del mondo.
La Ras sottolinea anche il suo costante impegno a favore dell’uguaglianza e della diversità nella scienza, e si oppone fermamente a qualunque forma di discriminazione per motivi di fede religiosa, origine etnica, nazionalità, genere, orientamento sessuale o disabilità.
La Ras offre quindi pieno sostegno agli astronomi, agli scienziati spaziali e ai geofisici colpiti da questo divieto. Chiediamo al governo del Regno Unito la rappresentanza più decisa possibile, su questo problema, nei confronti degli Stati Uniti, e di lavorare per mitigarne l’impatto».
Un appello analogo era stato diffuso ieri, lunedì 30 gennaio, dalla Iau, l’International Astronomical Union, il cui Segretario generale Piero Benvenuti ha dichiarato: «La IAU spera che tutte le limitazioni alla libera circolazione dei cittadini del mondo, nuove o già esistenti, ritenute necessarie per ragioni di sicurezza, prendano in considerazione la necessità per gli astronomi della mobilità, così come i diritti umani in generale. Vogliamo continuare a organizzare incontri scientifici negli Stati Uniti d’America così come in qualsiasi altra parte del mondo. Il progresso scientifico avvantaggia l’intera umanità, e gli scambi dovrebbero includere ricercatori provenienti da tutti i paesi».
Per saperne di più:
- Leggi su Nature l’articolo di Amy Maxmen “Obama science adviser: Trump immigration ban ‘an abomination’“
- Leggi su Nature l’articolo di Lauren Morello e Sara Reardon “Meet the scientists affected by Trump’s immigration ban“