Sono 50 milioni di anni che il vulcano marziano Arsia Mons (nella regione equatoriale di Tharsis) non fa più sentire la sua ruggente e bollente voce lavica. Si tratta di una delle sommità vulcaniche più famose del nostro vicino planetario, relativamente attive fino al momento dell’inattività totale: all’epoca di maggiore attività produceva fuoriuscite magmatiche ogni 1-3 milioni di anni con la portata di 1-8 chilometri cubici di lava. Tutto si è placato quando sulla Terra per i dinosauri cominciò il momento del declino.
La struttura di Arsia Mons si è formata nel corso di miliardi di anni. Si stima che il picco di attività risalga a 150 milioni di anni fa (per capirci, il Giurassico sulla Terra). La più recente attività vulcanica si pensa abbia avuto luogo nella caldera nella parte superiore, dove sono state identificate 29 bocche vulcaniche.
In uno studio risalente a gennaio scorso, i ricercatori della Nasa hanno analizzato la stratificazione della lava contando anche il numero di crateri presenti per esaminare la datazione delle colate laviche. Utilizzando un nuovo modello computerizzato ideato dagli scienziati dell’Università del South Florida, si è visto che i flussi più antichi risalgono a circa 200 milioni di anni fa, mentre quelli più recenti arrivano a un periodo tra i 10 e i 90 milioni di anni fa – molto probabilmente circa 50 milioni di anni fa.
«Un importante obiettivo della comunità di vulcanologia marziana è quello di comprendere l’anatomia e il ciclo di vita dei vulcani del pianeta. I vulcani di Marte mostrano l’attività in un arco di tempo più ampio rispetto a quelli sulla Terra, ma le loro storie potrebbero essere molto diverse», ha detto Jacob Bleacher, un geologo planetario del Goddard.
Per saperne di più:
- Leggi su Earth and Planetary Science Letters lo studio: “Recurrence rate and magma effusion rate for the latest volcanism on Arsia Mons, Mars“, di Jacob A. Richardsona, James A. Wilson, Charles B. Connor, Jacob E. Bleacher e Koji Kiyosugic