Attenzione a tutti gli orbitanti: sulla tratta di Giove è stato individuato un asteroide, numero di targa 2015 BZ509, che viaggia contromano. Fuor di metafora, BeeZed – così lo chiama chi lo conosce bene – ha moto retrogrado, vale a dire che si muove in verso contrario a quello del 99.99 per cento di tutti gli altri asteroidi del Sistema solare. Solo su quella tratta, sull’orbita di Giove, ce ne sono circa seimila che seguono come al guinzaglio il gigante del Sistema solare, e proprio per questa caratteristica vengono chiami troiani. Ma, a differenza di BeeZed, lo seguono viaggiando quasi tutti nella stessa direzione. Non proprio tutti: qualcun altro che non teme di battere rotte anticonformiste c’è. Solo BeeZed, però, ha l’ardire di rischiare il frontale: mentre gli altri asteroidi troiani contromano si tengono ben alla larga dai pianeti con i quali condividono l’orbita, 2015 BZ509 viaggia proprio sulla stessa corsia di Giove.
Una vita spericolata. E vista la differenza di massa abissale fra i due, in caso di collisione non è difficile indovinare chi avrà la peggio. Eppure è già da circa un milione di anni che la sfida va avanti. Un periodo durante il quale BeeZed ha compiuto decine di migliaia di “giri di pista” senza mai correre alcun rischio particolare: uscendo e rientrando in circuito – potremmo dire – a ogni occasione d’incontro con Giove. Uno slalom al quale lo stesso Giove contribuisce, assestando all’asteroide un provvidenziale “colpetto gravitazionale” ad ogni passaggio, così da mantenere la danza sincronizzata. A confermarlo, uno studio pubblicato oggi su Nature basato su osservazioni compiute con il Large Binocular Telescope (Lbt), il grande telescopio binoculare con due specchi da 8.5 metri ciascuno, situato in Arizona e nato dalla collaborazione tra Italia (con l’Inaf), Germania e Stati Uniti. Una situazione di relativa sicurezza che, stando ai calcoli dei tre autori dello studio, dovrebbe perdurare almeno per qualche altro milione di anni.
Complice la relazione gravitazionale intrattenuta con Giove, infatti, BeeZed si sposta leggermente ogni volta che incrocia il gigante, alternando lo scarto in modo da lasciarselo una volta all’interno e una volta all’esterno rispetto alla sua orbita attorno al Sole. Un’acrobazia che si perpetua grazie, appunto, al fatto che a ogni incontro la spinta gravitazionale ricevuta risulta in tal modo opposta rispetto alla precedente, così riequilibrandola, permettendo all’asteroide di non allontanarsi mai troppo dal suo tragitto originale. E di mantenere una distanza di sicurezza di tutto rispetto: anche nei momenti di massimo avvicinamento, non scende mai sotto i 176 milioni di km, che è più di quanto separi la terra dal Sole. Distanza di sicurezza che, paradossalmente, si regge proprio sull’attrazione gravitazionale di Giove: se per assurdo questa fosse nulla, BeeZed se la vedrebbe davvero brutta.
Per saperne di più:
- Leggi su Nature l’articolo “A retrograde co-orbital asteroid of Jupiter”, di Paul Wiegert, Martin Connors e Christian Veillet