Il veicolo spaziale Orion (Multi-Purpose Crew Vehicle) della Nasa sarà utilizzato nei prossimi anni nell’esplorazione umana degli asteroidi, degli spazi tra la Terra e la Luna e – chissà – anche per un futuro sbarco su Marte. La missione è nel pieno della fase sperimentale e di recente gli ingegneri hanno implementato un sistema laser, realizzato dal Goddard Flght Center della Nasa in collaborazione con il Mit Lincoln Laboratory, per facilitare le comunicazioni tra la Terra e la navicella. Si tratta di Lemnos o Laser-Enhanced Mission and Navigation Operational Services, e consentirà connessioni esponenzialmente più veloci. Pensate quanto possa essere complicato per un astronauta dalle parti di Marte parlare con la propria famiglia a più di 54 milioni di chilometri di distanza! Il sistema porta lo stesso nome dell’isola Lemnos, dove – secondo la tradizione greca – il mitico Orione riacquistò la vista. Se vogliamo fare un paragone, i laser Lemnos saranno gli occhi della navicella Orion.
«Le comunicazioni laser rivoluzioneranno il trasferimento dati oltre la bassa orbita terrestre, aumenteranno le campagne di sensibilizzazione dallo spazio e miglioreranno la qualità della vita degli astronauti durante le missioni di lungo durata», ha spiegato Don Cornwell, direttore dell’Advanced Communication and Navigation division della Nasa. Ovviamente è solo il punto di partenza per garantire un futuro alle missioni umane su Marte.
Lemnos consentirà agli ingegneri di fare un grande passo in avanti: il sistema di comunicazione utilizzato durante il programma Apollo supportava 51 kilobyte di dati al secondo, mentre Lemnos sarà in grado di garantire comunicazioni ad una velocità di almeno 80 megabyte al secondo. «Essere in grado di connettersi con la Terra potrebbe avere grandi ripercussioni per la salute mentale degli astronauti durante la missione. Le comunicazioni ottiche ci daranno questa opportunità», ha detto Mark Brumfield vice program manager del programma Exploration and Space Communications (Esc) della Nasa.
I laser di Lemnos verranno testati per la prima volta durante il secondo volo della navicella Orion oltre la Luna.