Lo hanno ribattezzato DeeDee, come Distant Dwarf, ma il suo nome scientifico è 2014 UZ224. Un punto di luce nell’immagine sfocata catturata dagli strumenti dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array in Cile. Un debole riflesso che basterebbe a confermare la scoperta, in parte anticipata dagli astronomi lo scorso ottobre (2016), di un pianeta nano ai confini del Sistema solare.
Un sasso tondo dal diametro di 635 chilometri, poco più della distanza che separa Roma e Milano, e che si trova all’eccezionale distanza di 92 unità astronomiche dal Sole, tre volte più distante di Plutone, a 13 ore luce da qui. DeeDee è fra gli oggetti più distanti conosciuti nell’orbita della nostra stella, con una temperatura superficiale di appena 30 gradi sopra lo zero assoluto e un periodo di rivoluzione di 1100 anni.
«La regione che si estende oltre Plutone è incredibilmente ricca di corpi planetari», spiega David Gerdes, ricercatore dell’Università del Michigan e primo autore dell’articolo pubblicato su Astrophysical Journal Letters. «Alcuni di essi presentano dimensioni trascurabili, altri invece possono competere con corpi celesti delle dimensioni di Plutone e, in alcuni casi, anche maggiori. Vista la loro distanza è incredibilmente complicato individuarli, ma grazie agli occhi sensibili di Alma possiamo sperare di trovarne altri».
Per saperne di più:
- Leggi il preprint dell’articolo, di prossima pubblicazione su Astrophysical Journal Letters, “Discovery and Physical Characterization of a Large Scattered Disk Object at 92 AU“, di David Gerdes, Masao Sako et al.