Let’s go to Mars, andiamo su Marte. È l’invito del videogame messo a punto dagli scienziati del consorzio Upwards (Understanding Planet Mars With Advenced Remote-sensing Datasets and Synergistic Studies), un progetto finanziato dal programma europeo H2020. Il progetto, del quale fa parte anche l’Inaf Iaps di Roma, ha come obiettivo la raccolta e l’analisi dei dati disponibili dalla missione europea Mars Express e da altre missioni marziane.
Il gioco, invece (disponibile gratuitamente per Android, iOS e in versione per Windows), a chi è rivolto? Lo abbiamo chiesto a Marco Giuranna dell’Inaf Iaps di Roma, uno fra i ricercatori di Upwards.
«Il videogioco è stato sviluppato per il grande pubblico, dai 12 ai 99 anni. È un’app per tutte le età, non è necessaria nessuna conoscenza di Marte per iniziare a giocare. Eppure, alla fine di questa esperienza, siamo sicuri che grandi e piccini, divertendosi, avranno imparato molte cose sul Pianeta rosso, così lontano e diverso per certi aspetti, eppure così simile alla Terra per altri».
Che tipo di gioco è?
«È una vera e propria missione scientifica. Quando inizi l’esperienza di questo videogioco, ti rendi subito conto che gli “upwardiani”, gli scienziati dell’equipaggio, hanno bisogno di te per raccogliere dati da Marte e continuare a indagare sulle diverse domande ancora aperte. Dovrai raccogliere campioni della superficie marziana, del sottosuolo, dell’atmosfera, della polvere, del ghiaccio, ecc. Tutti questi dati aiuteranno gli upwardiani a cercare di risolvere i diversi pezzi del puzzle marziano: perché l’atmosfera sta svanendo? Quale è la fonte di metano? Come si formano le tempeste di polvere globale? Esiste l’acqua liquida sotto la superficie? È possibile la vita su Marte?»
E come funziona? Voglio dire, quando inizio a giocare, qual è la mia missione?
«Let’s go to Mars – Andiamo su Marte è un’avventura grafica scientifica in cui il giocatore deve sbarcare su Marte, esplorare la superficie del pianeta, costruire una base permanente per l’arrivo dei colleghi, raccogliere e analizzare i campioni marziani e affrontare i molti pericoli che esistono sul pianeta rosso. Il gioco è ambientato in un futuro, ormai non molto lontano, in cui l’uomo sbarcherà su Marte per la prima volta per costruire la prima colonia umana permanente sul pianeta. Un grande equipaggio di scienziati, ingegneri, professori e persino giornalisti, viaggia verso Marte a bordo di un grande veicolo spaziale: “The Big”.
Ebbene, proprio tu sei stato selezionato per atterrare su Marte per primo, e preparare tutto il necessario per ospitare i passeggeri del The Big prima del loro arrivo. Poiché non hai nessun budget, dovrai utilizzare pezzi da una precedente missione fallita (H-O1) e sfruttare le diverse risorse disponibili sulla superficie del pianeta. Ma la tua missione è anche scientifica. Dovrai raccogliere importanti dati sul Pianeta rosso che aiuteranno gli scienziati di The Big (gli upwardiani) a garantire la sopravvivenza della futura colonia.
Ma Marte non è un buon posto per vivere. Polvere, polvere e ancora polvere accecante, vortici incontrollati, frane, freddo estremo… devi prenderti cura di te stesso e monitorare i livelli di ossigeno, le tue riserve di cibo e il tuo stato d’animo: La futura colonia di Marte dipende da te».
Vedo dalle schermate che pullula di personaggi…
«Sì, s’incontrano diversi personaggi nel gioco, da intelligenze artificiali a marziani veri e propri. Puoi anche scegliere se giocare come Ana Tamayen, un’astronauta russa caratterizzata dalla sua disciplina, dalla sua leadership, dall’efficienza e dall’amore per i dolci cremosi e per la musica dei Beatles, o come Emilio, scelto per questa missione solo a causa di un errore nel processo di selezione, il cui senso nullo di orientamento, le vertigini e l’allergia alla polvere lo rendono l’uomo meno adatto per questo viaggio. Ma il mio personaggio preferito è sicuramente John Carter, il pilota della precedente missione fallita (H-O1). Dopo tutti quegli anni vissuti da solo su Marte, è diventato un eremita ed è completamente fuori di testa… Ma è un sopravvissuto, e conosce molti segreti su Marte».
A proposito di scopi, veniamo al vostro: siete scienziati, perché avete sviluppato un videogioco?
«Noi scienziati, astrofisici e planetologi siamo contenti di questo videogioco perché è un modo divertente e diverso di comunicare il nostro lavoro. Attraverso questa app, non solo stiamo mostrando le conoscenze più avanzate che abbiamo su Marte, stiamo anche condividendo la passione e l’eccitazione per l’esplorazione».
E sta piacendo? Spesso questi giochi didattici riscuotono più successo fra ricercatori e insegnanti che fra i ragazzi…
«Sta andando molto bene. In poco tempo ha totalizzato più di 50mila download e il numero è in continuo aumento. È stata una bella soddisfazione per noi vedere che i ragazzi si divertono anche con il videogioco. Questo perché ci sono molti personaggi divertenti, richiami a film o libri famosi, ed è un’avventura nella quale si può davvero imparare qualcosa su Marte. Il tuo assistente personale è un’intelligenza artificiale di nome Al Schiaparelli 9000, dal carattere piuttosto rozzo “come tutti i modelli 9000”. È un chiaro tributo ad Hal 9000, il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery nel film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick».
Altre citazioni? Sia dalla realtà che da film e romanzi?
«Durante il gioco avrai l’opportunità di costruire un rover utilizzando i pezzi di ExoMars 2018, missione Esa realmente esistente che partirà verso Marte nel 2020. Incontrerai marziani e visiterai i luoghi più spettacolari e impervi di Marte, come Valle Marineris od Olympus Mons, rispettivamente uno dei più grandi canyon e il più grande vulcano scoperti finora nel Sistema solare. Lo stesso personaggio di John “l’eremita” Carter è ispirato sia al personaggio di The Hermit of Mars (L’eremita di Marte), una divertente novella scientifica scritta negli anni ’60, che al recente film Sopravvissuto – The Martian di Ridley Scott. Per me poi – e ora vi rivelo un segreto in esclusiva per Media Inaf – è anche molto divertente sapere che il personaggio di Ana Tamayen è in realtà costruito a immagine e somiglianza di Ana Tamayo, giornalista scientifica del team di Upwards, che ha anche realizzato il documentario e le interviste ai vari ricercatori Inaf coinvolti nel team».
E allora, let’s go to Mars. A proposito: lei ci andrebbe, su Marte?
«Partirei anche domani. Ho dedicato buona parte della mia vita allo studio di questo affascinante pianeta, e continuerò a farlo. Con il Planetary Fourier Spectrometer a bordo della missione europea Mars Express, strumento tutto italiano di cui sono il responsabile, abbiamo effettuato alcune delle scoperte più importanti degli ultimi decenni. La presenza e la variabilità inaspettata del metano su Marte, la spiegazione del mistero dell’asimmetria delle calotte polari, la scoperta di fillosilicati su Phobos, che apre nuove ipotesi circa l’origine delle due lune marziane, sono solo alcuni esempi. Ma Marte è un pianeta pieno di luoghi affascinanti, di fenomeni ancora da spiegare, di misteri da scoprire… Dal punto di vista scientifico, un mese su Marte può valere più di decine di anni di missioni di telerilevamento spaziali. Probabilmente, solo portando l’uomo su Marte potremo rispondere definitivamente alla domanda: c’è o c’è mai stata vita su Marte?»
Guarda il trailer del gioco: