Anche se si trasforma in un razzo missile, non è lo storico Ufo Robot Goldrake, bensì il più attuale ma dal cuore altrettanto nipponico Clasp, una sigla che sta per Chromospheric Lyman-Alpha SpectroPolarimeter. Questo spettropolarimetro – frutto di una collaborazione internazionale che comprende, oltre al Giappone, anche Usa, Spagna, Norvegia e Francia – il 3 settembre 2015 ha compiuto un volo di 5 minuti a bordo di un razzo sonda per misurare con estrema precisione la polarizzazione della luce ultravioletta emanata dal Sole.
La collaborazione del progetto Clasp ha ora pubblicato due nuovi studi con i risultati delle misure, grazie alle quali è stato possibile, per la prima volta, esplorare il campo magnetico presente nella parte superiore dell’atmosfera solare. I dati ottenuti mostrano come le strutture della cromosfera solare e della zona di transizione siano più complesse del previsto.
Analizzando le caratteristiche della luce della nostra stella, i fisici solari possono determinare in che modo sia stata emessa e diffusa dall’atmosfera solare, e quindi determinare le condizioni presenti nell’atmosfera stessa. Siccome si ritiene che i campi magnetici svolgano un ruolo importante in vari tipi di attività solare, sono state effettuate in passato molte misure precise dei campi magnetici sulla superficie solare (“fotosfera”), ma non esistono simili osservazioni per le regioni al di sopra della superficie.
Mentre la luce visibile viene emessa dalla fotosfera, la luce ultravioletta (i cosiddetti raggi Uv) nasce e si diffonde nelle regioni dell’atmosfera solare al di sopra della fotosfera, note come cromosfera e zona di transizione. Clasp è stato progettato per studiare i campi magnetici in queste due regioni misurando la riga Lyman-α in Uv dell’idrogeno. Ciò ha permesso di rilevare, per la prima volta in assoluto, l’effetto Hanle, ovvero la polarizzazione causata dal campo magnetico di cromosfera e zona di transizione, inferendone l’intensità e l’orientamento.
I ricercatori hanno scoperto che la riga Lyman-α dell’idrogeno del Sole è effettivamente polarizzata. Alcune delle caratteristiche di polarizzazione corrispondono a quelle previste dai modelli di dispersione teorica, mentre altre ne differiscono. In particolare, il gruppo di ricerca ha scoperto che la polarizzazione varia su una scala spaziale di 10-20 secondi d’arco (tra un centesimo e un cinquantesimo del raggio solare).
Secondo gli autori dei due nuovi lavori, questi risultati dimostrano anche che la spettropolarimetria ultravioletta è efficace nello studio dei campi magnetici solari e che i razzi sonda, nonostante la durata limitatissima rispetto a un esperimento su satellite, possono giocare un ruolo cruciale nello sperimentare nuove tecniche pionieristiche, come quella di Clasp.
Per saperne di più:
- L’articolo pubblicato su Astrophysical Journal Letters “Discovery of Scattering Polarization in the Hydrogen Lyα Line of the Solar Disk Radiation” di R. Kano, et. al.
- L’articolo pubblicato su Astrophysical Journal “Indication of the Hanle Effect by Comparing the Scattering Polarization Observed by CLASP in the Lyman-α and Si III 120.65 mm Lines” di R. Ishikawa, et. al.