I 7 PIANETI A 40 ANNI LUCE DA NOI

Trappist-1: ecco dove cercare la vita

Secondo delle recenti simulazioni effettuate con uno dei computer più potenti del mondo, dei pianeti a 40 anni luce da noi, solo Trappist-1e potrebbe essere abitabile: è roccioso e la sua temperatura, almeno per i nostri canoni, sarebbe accettabile

     09/06/2017

Rappresentazione artistica del sistema formato da Trappist-1 e i suoi sette pianeti rocciosi.

Esopianeti, pianeti extra solari, pianeti esotici, terre aliene. Chiamateli come vi pare, ma andare a caccia di oggetti dove probabilmente (e ripetiamo probabilmente) ci può essere una qualche forma di vita è lo “sport” del momento. E grazie a strumenti sempre più avanzati (il telescopio Kepler uber alles), abbiamo archivi pieni di dati relativi a migliaia e migliaia di esopianeti lontani e vicini rispetto al nostro Sistema solare. I sette pianeti che orbitano attorno alla nana rossa ultrafredda Trappist-1 (ad appena 40 anni luce da noi) sono quelli che – più di tutti – hanno catturato l’attenzione mediatica negli ultimi mesi. Ma sono abitabili? C’è stat, c’è o ci sarà mai vita su uno o più di loro? Molti gruppi di ricerca li stanno studiando da ogni angolazione, e Billy Quarles (University of Oklahoma) insieme ad alcuni colleghi avrebbe identificato la loro composizione.

Comparando la densità della Terra (che è fatta per la maggior parte da minerali) ai pianeti “trappisti”, Quarles può determinare come sono composte queste “terre” fornendo informazioni sulla loro potenziale abitabilità. Il giovane post-doc ha concluso che sei dei sette pianeti sono di tipo terrestre (cioè presentano una composizione rocciosa simile alla Terra). L’eccezione sarebbe Trappist-1f, che per il 25% è composto d’acqua. Dalle simulazioni effettuate è emerso che Trappist-1e (cioè il pianeta centrale) possa essere il miglior candidato per studi futuri sull’abitabilità di questo sistema.

Collaborando con ricercatori del Goddard Space Flight Center, Quarles ha utilizzato una delle macchine di calcolo più potenti al mondo, cioè il Supercomputer Pleiades (dell’High-End Computing Program della Nasa). Dai calcoli è venuto fuori che la massa di Trappist-1f è il 70% di quella della Terra, ma ha le stesse dimensioni del nostro pianeta e poiché il raggio è così grande, la debole pressione atmosferica induce con facilità l’acqua a evaporare. Oltre a questo,  Trappist-1f è probabilmente anche troppo caldo per ospitare la vita come noi la conosciamo.

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